Nei prossimi due mesi si dovrà decidere sul futuro dello Spid ovvero del sistema pubblico di identità digitale che da qualche settimana sta affrontando il suo primo importante periodo di crisi. Lo scorso 31 dicembre sono scadute infatti le convenzioni con i gestori e per il rinnovo non c’è al momento nessun accordo e nessuna proposta. Bisognerà capire cosa vorrà fare il Governo che non sembra tanto convinto dello Spid come strumento di conferma per l’identità digitale degli italiani.

Ricordiamo che lo scorso dicembre, già il sottosegretario Butti aveva paventato l’ipotesi di cancellare lo Spid a favore della Cie come unica identità digitale, nazionale e gestita dallo Stato.

Quest’ultima è la carta di identità elettronica.

Cruciali le prossime due settimane

In merito al futuro dello Spid ovvero dell’identità digitale, già le prossime settimane saranno decisive. Nella giornata dell’altro ieri, come comunica La Stampa, infatti, c’è stato un primo incontro tra le 11 aziende autorizzate all’erogazione dello Spid e Francesco Paorici, direttore dell’Agid ovvero dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Alcune fonti anonime, riferisce il quotidiano, avrebbero spiegato che tale incontro si sarebbe svolto un clima sereno.

Gli operatori del settore per continuare a erogare il servizio Spid, però, hanno posto due condizioni. La prima è quella di rendere tale identità più sostenibile economicamente dato che i volumi di richiesta sono aumentati e lo Stato dà in tutto alle aziende solo 1 milione di euro. Inoltre gli operatori hanno chiesto di essere coinvolti nel caso un cui si ripensasse al futuro dello Spid. Questo perché fino ad oggi è grazie al loro servizio che gli italiani hanno potuto dotarsi di tale identità.

Qualora il Governo non tenesse conto di tali richieste, il 95% dei provider potrebbero cessare il servizio entro il prossimo 22 aprile che è il giorno in cui scade la proroga dei contratti.

Cosa potrebbe succedere a breve?

Ad oggi lo Spid è utilizzato da 33,5 milioni di italiani ed è nella sua categoria il servizio pubblico più usato in Europa grazie anche alla sua affidabilità. Eliminarlo del tutto, quindi, provocherebbe grossi danni per cui c’è l’ipotesi di creare un’applicazione unica tra Spid e Cie gestita dallo Stato. Questa soluzione, però, fa storcere il naso agli operatoti del settore senza i quali lo Spid non esisterebbe.

Se il Governo dovesse restare sulla linea dura ovvero quella della cancellazione, il sistema potrebbe implodere. È pensato, infatti, per appoggiarsi a un ente terzo chiamato a certificare l’identità di chi accede online dalla Pa. Sembra quindi molto difficile che un ente statale possa sostituirsi ad esso da un momento all’altro.

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