Il Consiglio Ambiente dell’Unione europea ha deciso in definitiva per lo stop delle auto a benzina e diesel dal 2035. Questo dopo la decisione del Parlamento europeo e Commissione. Una notizia che però lascia ancora molti dubbi non solo per i possessori di auto a motore, ma anche per i posti di lavoro. Tra i punti chiave, la decisione di continuare a vendere, anche dopo il 2035, le auto alimentate con carburanti bio o sintetici in grado di realizzazione «emissioni zero» allo scarico.

Addio auto a benzina e diesel dal 2035, 70 mila posti di lavoro persi e col nuovo business delle gigafctory

L’addio alle auto a benzina e diesel causeranno sicuramente dei cambiamenti nel mondo del lavoro. Molti componenti, infatti, non dovranno più essere prodotti e per questo motivo servirà almeno il 30% di manodopera in meno per la produzione di auto. In Europa saranno a rischio 500mila posti di lavoro, di cui 70mila in Italia. Alcune aziende hanno già annunciato di dover riconvertire le loro produzioni: da Vitesco a Pisa, fino a Stellantis a Cento (Ferrara) e Bosch a Bari. In tutto ciò, si svilupperanno varie gigafactory come quella progettata da Stellantis che sta operando per lo sviluppo di un’azienda di batterie a Termoli, oppure Itavolt a Scarmagno. Anche Volkswagen sta pensando a sei gigafactory.

Quanto costeranno le auto elettriche e il problema delle colonnine di ricarica

Quanto costeranno le nuove auto elettriche? L’addio alle auto a benzina e diesel, sarà un cambiamento anche per gli automobilisti che dovranno adattarsi ai nuovi veicoli. Fino al 2026 almeno, il prezzo delle auto elettriche sarà più alto rispetto a quello delle auto a motore, in seguito i prezzi si allineeranno, quindi con il passare del tempo un’auto elettrica avrà lo stesso prezzo di quelle a motore e in tal senso non ci saranno grossi problemi per chi deve cambiare auto.

Inoltre, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto anche l’installazione di quasi 22mila colonnine fast e super-fast entro il 2026 per la ricarica delle auto. Resta da risolvere il problema dei punti di ricarica sulle autostrade, visto che i fondi del Pnrr non potranno essere usati, e quelle delle interoperabilità tra le colonnine, che riguarda chi ha fatto l’abbonamento con un operatore e potrebbe non riuscire a ricaricare l’auto con un altro.