Neolaureati in casa con i genitori, può spettare il reddito di cittadinanza?

L’importo del reddito di cittadinanza dipende dalla composizione del nucleo familiare e, ovviamente, dai redditi percepiti.
2 anni fa
1 minuto di lettura
reddito di cittadinanza
Foto © Licenza Creative Commons

In questi giorni, un nostro lettore ci ha posto un quesito relativo al reddito di cittadinanza:

volevo un’informazione sul RdC, ho due figli di 31 e 29 anni entrambi laureati, disoccupati in attesa di lavoro, abitano con noi in casa possono ottenere il reddito di cittadinanza? oppure devo abitare in una residenza diversa dai genitori?

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Reddito di cittadinanza, quali sono i requisiti per poterlo ottenere?

Iniziamo col dire che il reddito di cittadinanza consiste in una “integrazione salariale”, grazie alla quale i percettori possono ottenere un reddito (complessivo) al di sopra della soglia di povertà.

L’assegno complessivo non può superare i 9.360 euro annui (780 euro mensili) moltiplicati per la scala di equivalenza, meno il valore del reddito familiare.

Ad ogni modo, come specificato anche dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, “tali requisiti vengono considerati in riferimento all’intero nucleo familiare”.

Fatta questa premessa, è possibile affermare che i figli disoccupati possono richiedere il reddito di cittadinanza anche se vivono con i propri genitori, purché, ovviamente, siano rispettati i limiti reddituale (e non solo) di cui sopra.

Qual è l’importo dell’assegno? Bisogna considerare il reddito e il numero dei componenti del nucleo familiare

L’importo del reddito di cittadinanza dipende dalla composizione del nucleo familiare e, ovviamente, dai redditi da lavoro o altri trattamenti assistenziali percepiti.

L’importo minimo è composto sostanzialmente da due parti:

  • integrazione del reddito fino a un massimo 6.000 euro moltiplicati per la scala di equivalenza;
  • integrazione di un ammontare annuo pari al canone di locazione fino ad un massimo di 3.360 euro (280 euro al mese), o della rata del mutuo fino ad un massimo di 1.800 euro (150 euro al mese).

L’assegno complessivo, ad ogni modo, non può superare i 9.360 euro annui (780 euro mensili) moltiplicati per la scala di equivalenza, meno il valore del reddito familiare.

Quest’ultimo passaggio è importantissimo per il calcolo dell’assegno.

Come già detto, questi requisiti vengono considerati in riferimento all’intero nucleo familiare. Dunque, bisognerà verificare se lo stesso ha un ISEE inferiore a 9.360 euro annui e soddisfa gli altri requisiti patrimoniali e reddituali richiesti.

Ricordiamo, infine, che l’assegno sarà integrato anche da una somma relativa all’assegno unico universale e, soltanto per questo mese, al bonus 200 euro una tantum previsto dal decreto Aiuti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensione
Articolo precedente

La verità sulla pensione ai parlamentari: leggi prima di urlare alla truffa del vitalizio

Huawei Pay
Articolo seguente

Huawei Pay sbarca in Italia con Bancomat e Intesa Sanpaolo