La maternità e paternità da freelance non è più un terreno incerto: per chi è iscritto alla Gestione Separata INPS esistono tutele chiare, pensate per garantire un sostegno economico durante gravidanza, parto e primi mesi di vita del bambino. Le stesse regole si applicano anche in caso di adozione o affidamento. Un recente comunicato dell’INPS del 26 settembre 2025 ha riordinato i punti essenziali, offrendo un quadro semplice da seguire.
Chi ha diritto all’indennità di maternità e paternità
L’accesso all’indennità di maternità e paternità è riconosciuto quando ricorrono quattro condizioni: iscrizione alla Gestione Separata INPS, assenza di pensione, assenza di un’altra copertura obbligatoria per maternità/paternità (in presenza di un rapporto di lavoro subordinato stabile, prevale quell’assicurazione), e almeno un mese di contributi versati alla Gestione Separata nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo indennizzabile.
Il principio di automaticità delle prestazioni tutela i collaboratori coordinati e continuativi: se il committente non ha versato i contributi, l’indennità spetta comunque. Diverso il caso dei liberi professionisti, che restano responsabili dei propri pagamenti contributivi.
Quanto dura e quando si verifica?
Il periodo ordinario di maternità copre due mesi prima della data presunta del parto e tre mesi dopo la data effettiva. In pratica, cinque mesi complessivi, a cui si aggiunge il giorno del parto. Se la nascita avviene prima o dopo rispetto alla data stimata, i giorni “persi” o “guadagnati” vengono comunque riconosciuti. Per le collaboratrici e le professioniste non esiste un obbligo di astensione dall’attività durante i mesi indennizzati: è possibile continuare a lavorare percependo l’indennità.
Una tutela rafforzata scatta in presenza di gravi complicanze o quando le condizioni di lavoro o ambientali risultano pregiudizievoli.
In tali ipotesi, ASL e Ispettorato territoriale del lavoro dispongono interdizione anticipata (prima dei due mesi ante partum) e/o prorogata (fino a sette mesi dopo la nascita). In questi periodi l’astensione dal lavoro diventa obbligatoria.
Maternità: flessibilità e opzioni sul calendario
Il sistema consente scelte personalizzate. È possibile far iniziare la maternità un mese prima del parto e proseguirla per quattro mesi dopo (cd. flessibilità), oppure concentrare l’indennità interamente nei cinque mesi successivi alla nascita.
In quest’ultimo caso non sono necessari certificati medici aggiuntivi: basta indicarlo nella domanda telematica all’INPS. Anche con queste opzioni resta ferma la possibilità di lavorare durante il periodo indennizzato, salvo i casi di interdizione.
Chi, nell’anno precedente l’evento di maternità, ha percepito un reddito inferiore a 8.145 euro — soglia indicizzata annualmente, pari a 9.456,53 euro per il 2025 — può richiedere ulteriori tre mesi di indennità, da fruire immediatamente dopo il periodo di maternità/paternità. Questa estensione offre un cuscinetto importante a chi, per dimensioni dell’attività o cicli di lavoro, dispone di risorse limitate nella fase più delicata.
Regole per i padri
La paternità è indennizzabile quando la madre non può fruire della maternità per morte, grave infermità, abbandono. Oppure quando il figlio è affidato solo al padre.
In tali casi, la durata copre il periodo non utilizzato dalla madre; se la madre non lavora, al padre spettano tre mesi dal parto. Anche qui non è previsto l’obbligo di astensione dal lavoro e, per redditi dell’anno precedente inferiori alla soglia (8.145 euro; 9.456,53 euro nel 2025), spettano gli ulteriori tre mesi di indennità.
Come si calcola l’importo e come fare la domanda
L’indennità corrisponde all’80% di 1/365 del reddito rilevante ai fini contributivi. L’INPS paga direttamente mediante bonifico su conto corrente o bonifico postale. Il diritto si prescrive trascorso un anno dalla fine del periodo indennizzabile: oltre quel termine non è più possibile ottenerne il pagamento.
La domanda va presentata online sul portale INPS con SPID, CIE o CNS. È consigliabile procedere prima dei due mesi che precedono il parto e comunque non oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile, così da non incorrere in decadenze. Il certificato medico di gravidanza viene trasmesso telematicamente dal medico curante, mentre la data di nascita del bambino deve essere comunicata all’INPS entro 30 giorni dal parto. Per chi sceglie la flessibilità o il posticipo integrale dei cinque mesi dopo la nascita, la preferenza va indicata nella stessa istanza.
Le stesse tutele economiche previste per la nascita si applicano anche nei casi di adozione e affidamento, in coerenza con la finalità della misura: garantire continuità di reddito nel momento in cui la famiglia si amplia, a prescindere dalla forma del rapporto genitoriale.
Maternità e paternità: perché queste regole sono importanti
Nel lavoro autonomo il reddito può risultare discontinuo; per questo la maternità e paternità da freelance assume un valore centrale. La possibilità di continuare a lavorare, salvo interdizioni, evita di interrompere progetti e relazioni professionali. Le opzioni di flessibilità aiutano ad adattare i tempi di cura alle esigenze effettive.
L’estensione di tre mesi per i redditi più bassi rappresenta un presidio sociale essenziale. Infine, l’automaticità per i Co.Co.Co. tutela chi non controlla direttamente i versamenti, mentre il richiamo alla responsabilità contributiva dei professionisti rafforza la consapevolezza degli adempimenti.
Riassumendo
- Maternità e paternità da freelance tutelate anche per iscritti alla Gestione Separata.
- Requisiti: iscrizione, contributi minimi, no pensione e nessun’altra copertura obbligatoria.
- Periodo standard: due mesi prima e tre mesi dopo il parto.
- Possibilità di lavorare durante l’indennità, salvo interdizioni per complicanze.
- Estensione di tre mesi per redditi inferiori a 9.456,53 euro nel 2025.
- Domanda online all’INPS, con certificati medici e scadenze entro un anno.