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Oggi: 05 Dic, 2025

Macron sacrificherà i conti pubblici per continuare a vivacchiare all’Eliseo, ma i mercati non perdonano

Il presidente francese Emmanuel Macron si accinge a nominare il sesto primo ministro in meno di due anni, sacrificando i conti pubblici.
2 mesi fa
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Francia, Macron pronto a sacrificare i conti pubblici
Francia, Macron pronto a sacrificare i conti pubblici © Licenza Creative Commons

Sébastien Lecornu è stato perentorio ieri sera nell’annunciare che non sarà lui a guidare il prossimo governo. Poiché la maggioranza assoluta dell’Assemblea Nazionale vuole approvare il bilancio entro fine anno per cercare di mettere in sicurezza i conti pubblici, le elezioni anticipate si allontanano. Ci sarà entro venerdì la nomina di un sesto primo ministro in meno di due anni. E questa volta il presidente Emmanuel Macron si appresterebbe a pescare a sinistra, uscendo fuori dal recinto dorato delle personalità centriste.

Riforma pensioni sospesa

Lo scambio in corso che sta emergendo è il seguente: i socialisti di Olivier Faure appoggeranno o almeno non sfiduceranno il prossimo governo.

In cambio questi s’impegnerà a sospendere la riforma delle pensioni del 2023. Essa prevede l’aumento dell’età pensionabile progressivamente da 62 a 64 anni al 2030 e il conseguimento dell’assegno pieno da 42 a 43 anni di contributi.

Impatto sui conti pubblici

Il costo della sospensione per i conti pubblici francesi sarebbe rilevante. Le stime parlano di 3 miliardi di euro già nel 2027 per salire a 13 miliardi al 2035. Già si stimava un deficit per le casse previdenziali di 15 miliardi entro la metà del prossimo decennio. Con la sospensione, il buco si allargherebbe. L’ipotesi sta facendo discutere. Molti alleati stessi di Macron si mostrano contrari. E non si tratta solo di un’impuntatura ideologica. Hanno passato gli ultimi anni a difendere nei loro collegi una riforma impopolare, che a molti compagni di partito è costato il seggio. Adesso, sarebbe come se dicessero che abbiano scherzato.

La scommessa di Macron ha un senso politico: barattare qualche decimale di deficit per sopravvivere alla crisi politica auto-inflitta con lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale nel giugno del 2024.

I conti pubblici soffrirebbero di più senza un governo stabile e una maggioranza capace di approvare il nuovo bilancio. Dunque, meglio mettere in conto un disavanzo più alto per varare quelle minime misure capace di abbatterlo dai livelli monstre attuali.

Pensioni da totem a oggetto di baratto

Non è detto che i mercati condivideranno questa soluzione di compromesso. Sulle pensioni era stato compiuto un minimo tentativo di attuare riforme con orizzonte temporale lungo. L’unico in tal senso nella Francia di questi decenni. E’ vero, per dirla con le parole della sua ideatrice Elisabeth Borne, che non se ne può fare un totem. Ma neanche possiamo ignorare il significato politico che una sospensione assumerebbe. I partiti a Parigi continuano a barattare la stabilità dei conti pubblici per il consenso. E lo fanno nel pieno della tempesta che sta travolgendo i titoli di stato.

Macron si fa forte del fatto che l’alternativa all’Eliseo sarebbe o Marine Le Pen o Jean-Luc Mélenchon, entrambi non graditi ai mercati finanziari. Ma se per allontanarne l’elezione ne imita le ricette, ha senso? E non c’è il rischio, sempre dal punto di vista della finanza, che perpetuare questa impasse fino al 2027 renda certa la sconfitta delle forze politiche tradizionali? Il presidente sta scherzando sul fuoco, anche perché Partito Socialista e Repubblicani avranno tutto l’interesse ad apporre la rispettiva impronta sul prossimo budget per non sfigurare dinnanzi agli elettori.

Chi chiederà più tasse sui redditi alti e chi tagli alle spese. I primi non accetteranno le ricette dei secondi e viceversa.

Conti pubblici allo sbaraglio, allarme mercati

I rendimenti francesi hanno eguagliato già e in qualche caso superato i rendimenti italiani. Impensabile fino a poco tempo fa. Gli Oat sono percepiti più rischiosi dei BTp, facendo riferimento ai CDS a 5 anni. La polizza per proteggere il capitale da un eventuale default costa oggi 40,95 punti base contro i 39,19 punti base dell’Italia. I mercati hanno perso la pazienza e i giochi di prestigio di Macron non divertono più. Senza una chiara sterzata sui conti pubblici, arriveranno nuovi declassamenti del rating, seguiti da un’ulteriore lievitazione dello spread. A Parigi ballano sul Titanic.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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