La via della pensione per precoci favorisce chi, indipendentemente dal perfezionamento dei requisiti anagrafici per l’uscita dal lavoro, ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni o comunque molto giovane. In questi casi, infatti, si tiene conto del montante contributivo per il diritto alla pensione. Questa è la regola generale. Ma è sempre vero che il lavoro prima dei 18 anni anticipa la pensione?
Esistono regole sulle pensioni che se non approfondite caso per caso generano confusione e false aspettative tra i lavoratori.
Oggi, quindi, affrontiamo il tema dei contributi versati prima dei 18 anni di età. Molti ci chiedono se, grazie a questo vantaggio, sia possibile accedere alla pensione in anticipo. Di seguito, alcune delle domande più comuni poste dai nostri lettori su questo argomento.
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I quesiti dei nostri lettori
“Buonasera, sono un lavoratore che ha maturato 40 anni di contributi, avendo iniziato a lavorare e a versare contributi all’età di 16 anni. Dispongo di due anni pieni di contributi versati prima dei 18 anni. Se ho interpretato correttamente le informazioni, questi periodi valgono 1,5 volte, il che significherebbe che ho raggiunto i 41 anni di contributi. Potreste confermare che questa mia interpretazione è corretta?”
“Salve, sto analizzando la mia situazione lavorativa in vista del pensionamento. Ho accumulato 27 anni di contributi, inclusi più di un anno di contributi versati prima di compiere 18 anni. Come posso ottenere la maggiorazione per questi periodi? Preciso che ho 66 anni, quindi dovrei andare in pensione l’anno prossimo e sto cercando di riassumere la mia situazione.
Ma è vero che il lavoro prima dei 18 anni vale di più per la pensione?
Entrambi i quesiti presentano un’interpretazione simile e un errore comune: si tratta di soggetti che non possono incrementare il valore dei loro contributi versati da minorenni, a meno che non optino per il ricalcolo contributivo della prestazione, a condizione di averne diritto.
La possibilità di maggiorazione per il lavoro svolto prima dei 67 anni di età è disponibile per tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di lavoro svolto o dal genere, ma è limitata a coloro che aderiscono pienamente al sistema contributivo o scelgono volontariamente questo sistema, nonostante sia considerato penalizzante in termini di importo della prestazione. Ogni situazione è unica, rendendo cruciale valutare attentamente l’opportunità di adottare tale opzione.
Per i contributivi puri o per chi opta per l’opzione contributiva, ecco chi può beneficiare della maggiorazione anticipata
Per quanto riguarda i contributi che acquisiscono maggior valore se versati prima della maggiore età, è importante evidenziare che tale condizione è effettivamente applicabile. Infatti, ogni periodo di lavoro precedente il diciottesimo anno di età viene valutato 1,5 volte.
Ciò significa che chi, come il nostro primo lettore, ha versato due anni pieni di contributi, può farli valere come tre per quanto riguarda le pensioni, sia di vecchiaia che anticipate. È necessario, per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, scegliere volontariamente l’opzione contributiva.
In pratica, accettando il ricalcolo contributivo della prestazione, si potrebbe accedere alla pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi, anziché i 42 anni e 10 mesi richiesti. Questa maggiorazione si rivela particolarmente vantaggiosa per i giovani lavoratori di oggi, che hanno iniziato a lavorare in età precoce ma hanno ottenuto il primo accredito dopo il 1996. Ad esempio, consideriamo chi è nato nel 1980 e ha iniziato a lavorare nel 1996, all’età di 16 anni.”