I centri commerciali sono la salvezza o la rovina del commercio? Nell’ultimo decennio si sono moltiplicati a vista d’occhio anche nelle città più piccole. In Italia sono almeno 2400 (e altri sono in fase di realizzazione). Chi è impiegato nella grande distribuzione ne elogia i vantaggi: i centri commerciali hanno creato posti di lavoro e contribuito ad abbassare i prezzi in nome della concorrenza. Ma è proprio così? L’etnologo francese Marc Augé ha definito i centri commerciali dei non-luoghi dove gente annoiata si affolla nei week end a spendere soldi duramente guadagnati.
Il ricatto sociale dei centri commerciali
Ma queste grandi catene hanno ucciso il piccolo commercio quindi se da un lato hanno offerto lavoro a commessi etc. dall’altro sono anche colpevoli della disoccupazione e del fallimento di piccoli esercizi a gestione familiare. Non tutti possono permettersi di trasferire la propria attività all’interno di un centro commerciale: i costi infatti sono piuttosto alti (mediamente 35.000 euro l’anno più i costi condominiali). La regolamentazione dei centri commerciali peraltro non prevede contratti di locazione tradizionali bensì contratti di ramo d’azienda quindi in caso di risoluzione del contratto unilaterale al commerciante non spetta alcuna indennità (e si vede addebitata anche una penale).
Dubai Mail: 1200 negozi per un business da 148.000 visitatori al giorno
E c’è chi sui centri commerciali ha creato un’attrattiva turistica. Il Dubai Mail, in fase di ultimazione, è grande come 50 campi di calcio. Da quest’ottica il centro commerciale diventa una specie di parco dei divertimenti (oltre ai negozi ci sono una sala giochi, un cinema multisala e perfino uno zoo sottomarino). La scritta che campeggia all’entrata “Welcome to everything” è un chiaro esempio del consumismo moderno