E’ ormai scoppiato il caso sulla cruda realtà degli allevamenti intensivi, portato alla ribalta dal programma “Animali come noi” di Giulia Innocenzi, il quale ha provocato non poche polemiche sull’introduzione illegale delle telecamere per filmare le condizioni crudeli in cui versavano gli animali. Nello stesso tempo, lo scandalo messo in luce, ha spinto il ministero della Sanità a propagare i dati sui controlli dei Nas e alcuni parlamentari del M5S ad organizzare subito una conferenza stampa per elaborare una riforma del sistema.

Sul web è partita anche la richiesta di una petizione firmata da più di 100mila persone e promossa da Avaaz Italia (la trovate qui ). Nella sua durezza il programma è riuscito a colpire gli animi e dare uno scossone ad una situazione inaccettabile per gli animali.

Il programma televisivo “Animali come noi”, parte del Servizio pubblico di Michele Santoro, va in onda il lunedì sera su Rai Due, a partire dalle 23.10, ed è riuscito a scoperchiare un mondo crudele in cui gli animali vengono costretti ad una mungitura sfinente per produrre e lavorare. Si è parlato delle vacche da latte e di come vengono costrette alla mungitura con violenze, soprusi e botte. L’inchiesta ha mostrato alcune vacche legate per le zampe e colpite agli zoccoli, sassi inseriti nei macchinari per spremere meglio le mammelle e produrre latte, iniezioni di ipofamina alle bufale per fruttare di più. Una situazione stressante e crudele per le mucche obbligate continuamente a rendere e spesso sanguinanti, con la mastite, prima della mungitura a causa delle continue pressioni. Le vacche, oltretutto, dopo tre parti sono già viste come vecchie e vanno così mandate al macello, insieme a quelle zoppe o sterili. Oltre alle deprecabili condizioni delle mucche, il programma ha mostrato quelle oscene in cui vivono i maiali destinati alla produzione di prosciutti: chiusi in ambienti ristretti e sporchi, pieni di topi, malati e maltrattati.

Lo scandalo ha determinato l’organizzazione di una conferenza stampa da parte del M5S, i quali hanno presentato un’interrogazione al Ministero della Salute per capire che tipo di iniziative saranno predisposte per bloccare queste crudeltà e irregolarità, proponendo l’introduzione delle telecamere negli allevamenti. Intanto i Nas hanno già effettuato i primi controlli per monitorare la situazione. A tal proposito si è anche espressa la Lav, la quale ha dichiarato: “Dal 2008 è chiaro che si tratta di maltrattamenti di animali, ma l’industria della carne continua a consideralo un fatto fisiologico all’allevamento. Il fallimento del modello della carne è sotto gli occhi di tutti. Un giorno anche le Istituzioni se ne dovranno accorgere.”