Dal 1 agosto 2023 cesserà l’erogazione del Reddito di Cittadinanza e così, almeno 800mila degli attuali percettori dovranno trovare occupazione. Inutile dire che la previsione è la formazione di un gigantesco imbuto in cui solo pochi potranno passare.

Al momento l’opzione del governo prevede l’istituzione di corsi di formazione per specializzare le persone nei vari settori necessari al mondo del lavoro, con l’aiuto di fondi europei. Ma basteranno?

Parliamo di un processo sicuramente importante e decisivo, che però richiederà tempi difficilmente riducibili a soli sette mesi.

Saranno circa 400mila le famiglie coinvolte nella perdita di almeno un assegno mensile del sussidio; una problematica che necessita un’approfondita analisi ed interventi immediati.

L’assenza del reddito di cittadinanza potrebbe avere un effetto a cascata sui vari aspetti dell’economia; dalla riduzione delle spese fino alle difficoltà nel pagamento di affitti, mutui, rate, ecc.

Accedere subito ad un corso di formazione specialistico permetterebbe alle persone di diventare appetibili sul mercato del lavoro. L’obiettivo è quello di colmare il cosiddetto mismatch tra domanda e offerta, ovvero l’assenza di professionalità richieste dalle aziende ma non riscontrare tra i lavoratori.

Chi deve seguire i corsi di formazione per mantenere l’Rdc fino a luglio

Frequentare un corso di formazione non è solo propedeutico alla specializzazione lavorativa, ma è anche obbligatorio per mantenere il reddito di cittadinanza fino a luglio.

Questo provvedimento riguarda tutte quelle persone considerate occupabili, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, che non rientrano nelle categorie di esonero o di esclusione (famiglie con anziani, disabili, donne incinte).

La frequenza ai corsi dovrà essere monitorata dalle regioni, che comunicheranno all’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) gli eventuali beneficiari del sussidio che non rispetteranno l’obbligo. I trasgressori perderanno il sostegno anche prima di agosto 2023.

Programma Gol e fondi europei: possibili aiuti con alcuni ostacoli

L’organizzazione di corsi di formazione fino ad oggi non è stata semplice, vista la difficoltà di incrociare le richieste delle aziende con la capacità delle amministrazioni di istituire adeguate lezioni.

I fondi scarseggiano ma il Pnrr prevede di rimpinguare le finanze con il programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavori): cinque miliardi stanziati per circa tre milioni di lavoratori.

Tuttavia, questa somma, rilasciata a partire dal 2023, ha come obiettivo quello di incentivare l’occupazione entro il 2026. Un tempo decisamente più ampio rispetto ad agosto 2023.

Giorgia Meloni ha parlato anche delle possibilità di utilizzare i 14 miliardi del Fondo Sociale Europeo, anche se a tutt’oggi il nostro paese ha dimostrato una eccessiva lentezza e difficoltà nella capacità di sfruttare il fondo.

Per ovviare a questa problematica le regioni dovrebbero accelerare sulle presentazione di progetti per l’occupazione; ma il tempo è davvero poco, neanche sei mesi per oltre 800mila persone.

L’ultima questione riguarda la logistica; la maggior parte dei beneficiari del reddito di cittadinanza si trova al Sud, ma verosimilmente le maggiori opportunità di lavoro saranno disponibili nelle regioni del centro Nord.

Quanti saranno disposti a spostarsi? In caso di un eventuale esodo di massa, le regioni riuscirebbe a gestirlo?