Dopo sei anni potrebbe forse arrivare la tanto attesa sanatoria che riguarderebbe i presidi che hanno presentato ricorso dopo i concorsi per la scuola del 2017 e i professori precari.

La sanatoria sarebbe inclusa nel Decreto Milleproroghe, ma vanno ancora sciolti dei nodi non risolti con la discussione con i sindacati avvenuta settimana scorsa.

La questione più complessa riguarda la riforma del reclutamento, inserita nel Pnrr dall’ex Ministro dell’Istruzione del governo Draghi Patrizio Bianchi. La riforma prevede una fase transitoria del reclutamento dei docenti per quest’anno e per prossimo, nell’attesa che ci sia il via libera delle università per l’inizio di nuovi corsi di studio.

Quindi al momento l’assegnazione delle cattedre è transitoria.

In tutto questo, le nuove disposizioni non sono ancora attuative, perché non sono stati completati in tempo i passaggi necessari. Un problema non indifferente per il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il cui obiettivo è allargare le graduatorie per settembre.

Tuttavia, le difficoltà non si fermano all’attuazione delle norme, ma proseguono anche sul versante strettamente professionale: troppi aspiranti docenti bocciati negli ultimi concorsi per la scuola e posti a tempo indeterminato che restano vacanti (almeno tre su quattro).

Concorsi per la scuola: le proposte del Ministero

Per completare il percorso di reclutamento, il gabinetto ha provato una strada semplificata con il test a crocette da sottoporre ai docenti precari. L’idea, sviluppata con il ritorno di Carmela Palumbo al posto di Stefano Versari a capo del Dipartimento del Ministero, sembra tuttavia ancora lunga e non in grado di soddisfare i requisiti nel breve tempo a disposizione (circa sette mesi).

Proposta non accettata dai sindacati, che hanno rilanciato la possibilità di assumere a tempo determinato attraverso le graduatorie provinciali di supplenza (Gps); nel frattempo gli insegnanti sarebbero tenuti a seguire corsi universitari per acquisire crediti utili all’abilitazione, con la discrezione della valutazione assegnata ad un docente in loco anziché all’esito di un concorso.

Soluzione, questa, non auspicabile per l’Unione Europea, che ritiene indispensabile la prova concorsuale per l’inserimento dei nuovi precari.

Sanatoria presidi

Il percorso che invece prevede una sanatoria per i presidi che hanno presentato ricorso dopo il concorso per la scuola del 2017 appare più semplice.

Al tempo, gli esclusi al concorso (per via del numero di candidati oltre tre volte superiore ai posti disponibili) erano stati riammessi dal Tar e alcuni di loro, avendo passato la selezione, sono entrati di ruolo da almeno quattro anni.

Dopo che il consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar, ha comunque richiesto una soluzione per lasciare al proprio posto i presidi ormai in cattedra.

Un anno di corso con esame finale per mantenere il posto, oltre ad una paventata possibilità di accedere al posto anche per i docenti che nel 2017 avevano passato la prova scritta ma non quella orale. Queste sono le possibili implementazioni del Milleproroghe per sciogliere una situazione spinosa e complessa, altrimenti senza altri sbocchi .