Anche se non era necessario, Giorgia Meloni è tornata sull’argomento reddito di cittadinanza per chiuderlo definitivamente. Non ci sarà alcuna proroga del sussidio, che smetterà di essere erogato a partire dal 1 agosto 2023. Saranno i corsi di formazione e nuovi incentivi per le assunzioni a dare nuovo impulso, sempre secondo le parole del Primo Ministro, all’occupazione.

Ricordiamo che però, secondo le stime attuali, sono oltre 900mila i percettori di reddito di cittadinanza che andranno ricollocati entro il 31 luglio 2023. Altrimenti si rischia un boom di disoccupati senza alcuna forma di sostegno.

Corsi di formazione: opportunità per specializzarsi e mantenere l’rdc

Il governo si mostra sicuro sulla nuove misure, affermando che l’istituzione di nuovi corsi di formazione avrà una duplice valenza: da un lato sarà necessaria la frequentazione per poter mantenere il sussidio fino al 31 luglio 2023 (la mancata partecipazione ad un corso implica l’automatica cancellazione del reddito di cittadinanza), dall’altro fornirà alle persone gli strumenti adeguati per rendersi idonei alle richieste delle aziende.

Il vuoto occupazionale è una realtà

Un paradosso del reddito di cittadinanza è che ha lasciato scoperti tutti quei lavori stagionali che prima venivano occupati dai più giovani o proprio da chi non aveva una particolare specializzazione.

Una situazione anomala già sottolineata da balneatori e ristoratori.

Anche le imprese manifestano da tempo la penuria di personale, nonostante in alcuni casi siano arrivati a ritoccare in rialzo le proposte di salario. L’effetto rdc ha prodotto proprio questo vuoto, anche perché molti giovani hanno preferito percepire il sostegno anziché intraprendere un percorso lavorativo.

Il nodo dei corsi di formazione rdc

I corsi, oltre che una opportunità, sono anche una bella grana per il governo: sono obbligatori per mantenere il sostegno fino al 31 luglio, ma non sono semplici da attivare. Il rischio è che si crei una sorta di imbuto in cui andranno a confluire, tutti insieme, i potenziali partecipanti.

Il tempo stringe e le infrastrutture saranno in grado di gestire una mola così elevata di persone?

Teniamo conto che molti degli attuali percettori sono persone prive anche del titolo di studio superiore. Immaginare in così breve tempo un salto che li porti addirittura a specializzarsi non è affatto semplice.

Inoltre deve essere intavolato un colloquio tra governo e aziende per capire quali sono le reali necessità da soddisfare dal punto di vista delle competenze, per poterle poi integrare nei corsi.

Gli incentivi per l’occupazione sono una soluzione?

Potrebbero, ma in condizioni di emergenza. E l’Italia è in emergenza da un po’ ormai, e di incentivi sono stati erogati a suon di miliardi di euro in questi anni, senza però risolvere alla base il problema.

Tuttavia, vista l’attuale situazione, i bonus occupazionali sono torneranno utilissimi nel breve periodo, quantomeno in quel tempo che intercorre tra la fine del reddito di cittadinanza e la stabilizzazione di un sistema di corsi di formazione.