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La pensione di vecchiaia spetta a chi ha lavorato 5, 10 o 15 anni?

La pensione di vecchiaia e perché in base alla data di inizio dei versamenti c'è chi la prende anche senza i 20 anni di contributi.
5 mesi fa
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pensioni di vecchiaia
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Si può andare in pensione senza aver completato i requisiti? Se dovessimo usare solo la logica, la risposta a questa domanda dovrebbe essere immediatamente negativa. Non sono solo le pensioni, per esempio, ad avere degli specifici requisiti da centrare per potervi accedere. In ogni ambito, per qualsiasi prestazione — sia essa un sussidio o un bonus — i requisiti devono sempre essere rispettati.

E questa regola vale anche per le pensioni ordinarie, tanto per le pensioni di vecchiaia quanto per quelle anticipate. I requisiti vanno centrati: in caso contrario, non sarà possibile andare in pensione.

Le pensioni di vecchiaia prevedono due requisiti da soddisfare: uno anagrafico — fissato a 67 anni — e uno contributivo, pari ad almeno 20 anni di versamenti.

Tuttavia, esistono casi particolari che permettono di andare in pensione di vecchiaia prima dei 67 anni, oppure di accedervi senza aver maturato i 20 anni di contributi, magari dopo aver lavorato 5, 10 o 15 anni.

La pensione di vecchiaia spetta a chi ha lavorato 5, 10 o 15 anni?

Il sistema previdenziale italiano prevede due misure ordinarie:

  1. la pensione di vecchiaia, che si ottiene con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi;
  2. la pensione anticipata ordinaria, che consente di andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica, ma solo con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Tuttavia, per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, la normativa introduce alcune distinzioni fondamentali, che permettono di rispondere alla domanda iniziale: è possibile accedere alla pensione di vecchiaia anche con soli 5, 10 o 15 anni di versamenti?

La distinzione in questione è ben nota. I contribuenti, in base alla data del primo accredito contributivo alla previdenza obbligatoria, vengono classificati come:

  • vecchi o nuovi iscritti, oppure
  • retributivi/misti o contributivi.

La data spartiacque è il 31 dicembre 1995. Chi ha iniziato a lavorare dopo questa data è considerato nuovo iscritto o contributivo puro.

Chi, invece, ha versato contributi prima di tale data è un vecchio iscritto. Se ha interrotto i versamenti entro il 31 dicembre 1995, rientra nel sistema retributivo. Se ha continuato a versare dopo tale data, è nel sistema misto.

Ecco quando pochi anni di contributi bastano per centrare la rendita

I nuovi iscritti (cioè coloro che non hanno versamenti prima del 1° gennaio 1996) possono accedere alla pensione di vecchiaia anche con meno di 20 anni di contributi. Ma attenzione: ciò è possibile solo al compimento dei 71 anni di età.

Infatti, per chi è privo di accrediti alla data del 1° gennaio 1996 — ossia all’entrata in vigore della riforma contributiva Dini — la normativa prevede la possibilità di ottenere la pensione di vecchiaia con almeno 5 anni di contributi effettivi, purché si siano compiuti 71 anni di età.

In questo caso, dunque, è possibile andare in pensione con 5, 10 o 15 anni di contributi, purché si tratti di contributivi puri. È un’opzione preclusa ai lavoratori retributivi o misti: chi appartiene a questi regimi e ha pochi anni di versamenti non raggiungerà mai i requisiti per una pensione di vecchiaia. E i contributi versati non si trasformeranno in una rendita previdenziale.

In questi casi, i contributi non verranno mai utilizzati ai fini pensionistici. Per questi soggetti, l’unica possibilità concreta è quella di verificare se si rientra nei requisiti reddituali per ottenere l’Assegno Sociale.

Attenzione però: l’Assegno Sociale non è una pensione, bensì un ammortizzatore sociale, erogato dallo Stato a favore di chi versa in condizioni economiche disagiate, al raggiungimento dei 67 anni di età.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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