La domanda che ti aiuta a capire se devi pagare una cartella oppure no

La domanda che ti aiuta a capire se devi pagare una cartella esattoriale oppure no. Ecco quando è possibile evitare di pagare i debiti pregressi.
2 anni fa
1 minuto di lettura
Rottamazione cartelle con pagamenti diretti in conto corrente, la nuova via delle sanatorie
© Licenza Creative Commons

“Il debito è come qualsiasi altra trappola, abbastanza facile cadervi dentro, ma abbastanza difficile poi uscirne“, affermava Henry Wheeler Shaw. Lo sanno bene, purtroppo, i tanti contribuenti italiani che, complice la crisi economica in atto, non riescono a pagare i debiti pregressi.

Proprio per andare incontro alle esigenze delle famiglie maggiormente in difficoltà, quindi, il governo ha deciso di dare il via, grazie alla Manovra 2023, a una nuova tregua fiscale. Ma non solo, vi sono anche altre circostanze in cui è possibile non pagare le vecchie cartelle esattoriali. Ecco di quali si tratta.

Manovra 2023, cosa prevede la tregua fiscale

La Legge di Bilancio 2023, così come si legge sul

mef.gov.it/focus/Le-principali-misure-della-manovra-2023/” target=”_blank” rel=”noopener”>sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, prevede:

“A partire dal 31 marzo 2023 cancellazione delle cartelle fino al 2015 che hanno un importo inferiore a 1.000 euro. Rateizzazione (fino a 5 anni) dei pagamenti fiscali non effettuati nel 2022 senza aggravio di sanzioni e interessi per coloro che, a causa dell’emergenza Covid, caro bollette e difficoltà economiche, non hanno versato le tasse. Prevista una mini sanzione del 3% sui debiti del biennio 2019-2020″.

Entrando nei dettagli la Manovra 2023 prevede la cancellazione automatica dei debiti affidati alla Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, con importo residuo pari a massimo mille euro.

La domanda che ti aiuta a capire se devi pagare una cartella oppure no

Oltre allo stralcio delle cartelle esattoriali, vi sono altri casi in cui si ha diritto a non dover più pagare le vecchie cartelle esattoriali. Questo è possibile dal momento in cui decorrono i termini di prescrizione.

Quest’ultimi possono andare dai cinque ai dieci anni in base al tipo di debito. Entrando nei dettagli, le imposte e le tasse riscosse dall’Agenzia delle Entrate, si prescrivono in genere nell’arco di dieci anni.

Le imposte di competenza di Comuni, Regioni e Province si prescrivono nell’arco di cinque anni. Per quanto riguarda il bollo auto, invece, il termine di prescrizione è fissato a tre anni. In ogni caso la prescrizione delle cartelle esattoriali non avviene in automatico, bensì bisogna fare apposita richiesta. La prescrizione, si ricorda, scatta dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di scadenza dell’imposta da pagare.

Se il soggetto interessato riceve una notifica o un sollecito da parte dell’Agenzia delle Entrate, la prescrizione si interrompe e bisogna ricominciare a calcolare da zero. A partire dalla cancellazione delle cartelle esattoriali fino ad arrivare alla prescrizione, quindi, sono diversi gli strumenti a disposizioni dei contribuenti. Grazie a questi si può evitare il pagamento di alcuni debiti pregressi e tirare finalmente un sospiro di sollievo.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Educazione finanziaria: consigli per gestire le proprie finanze
Articolo precedente

È possibile il rimborso parziale dei buoni fruttiferi postali?

BCE e la tardiva lotta all'inflazione
Articolo seguente

Settimana chiave per la BCE, l’obiettivo ora si sposta dai tassi d’interesse al bilancio