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Oggi: 05 Dic, 2025

Intelligenza artificiale (IA) nelle professioni e diritti d’autore: regole e limiti (legge approvata)

Il Senato approva la legge quadro sull’intelligenza artificiale (IA). Nuove regole su lavoro, professioni intellettuali e diritto d’autore
3 mesi fa
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intelligenza artificiale IA
Foto © Pixabay

Il Senato ha dato l’ok definitivo alla legge quadro sull’intelligenza artificiale (IA), un provvedimento che stabilisce norme per diversi settori e che pone particolare attenzione al mondo del lavoro e alle professioni intellettuali.

Si tratta di una tappa importante nel percorso di regolamentazione di una tecnologia sempre più diffusa, che richiede regole precise per essere utilizzata in modo corretto e responsabile.

Applicazione dell’IA (Intelligenza artificiale) nelle professioni intellettuali

Una delle parti centrali della legge riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) nell’ambito delle attività professionali di natura intellettuale. L’articolo 13 chiarisce che queste disposizioni valgono solo per i contratti di prestazione d’opera intellettuale previsti dal codice civile, in particolare dagli articoli 2229 a 2238.

Tali norme disciplinano il lavoro svolto da professionisti che operano su incarico, come avvocati, consulenti o altri specialisti, escludendo invece i contratti che riguardano opere già esistenti, come nel caso di una cessione di diritti editoriali.

Questo significa che l’IA non può essere impiegata per sostituire il lavoro creativo già compiuto in passato senza un incarico specifico. La legge, quindi, protegge le opere precedentemente realizzate e non collegate a un rapporto diretto tra cliente e professionista.

Inoltre, l’uso dell’IA nelle professioni intellettuali viene limitato alle attività strumentali e di supporto. In altre parole, i sistemi basati su questa tecnologia possono essere utilizzati per agevolare il lavoro del professionista, ma non possono sostituirsi al cuore del suo contributo intellettuale. Il valore principale deve rimanere quello del lavoro umano, che resta prevalente e insostituibile nella prestazione d’opera.

Trasparenza e rapporto di fiducia

Un altro punto chiave riguarda la trasparenza nei confronti dei clienti.

Per proteggere il rapporto fiduciario tra professionista e committente, la legge prevede che l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) debba essere comunicato chiaramente. Chi offre una prestazione intellettuale è obbligato a informare il destinatario del servizio in modo comprensibile, semplice e completo sui sistemi utilizzati. Questa disposizione mira a garantire la piena consapevolezza del cliente e a prevenire possibili malintesi sull’origine e sulla qualità del lavoro svolto.

La chiarezza nella comunicazione diventa quindi uno strumento essenziale per mantenere integra la fiducia tra le parti, preservando al tempo stesso l’autorevolezza del professionista.

Diritto d’autore e opere generate con l’IA

Un altro aspetto rilevante della legge quadro riguarda il diritto d’autore. L’articolo 25 modifica la normativa esistente per affrontare il tema delle opere create con l’ausilio dell’intelligenza artificiale (IA). Viene precisato che le opere dell’ingegno protette devono avere origine umana, ma possono essere realizzate anche con il supporto di strumenti basati su IA, a condizione che rappresentino il frutto del lavoro creativo dell’autore.

Questo chiarimento è importante perché stabilisce che l’IA può essere un mezzo per arricchire il processo creativo, senza però sostituire l’apporto originale della persona. Il riconoscimento giuridico delle opere rimane dunque legato al contributo umano, tutelando la paternità dell’autore e il suo diritto a essere riconosciuto come creatore.

Eccezioni e utilizzo dei dati

La legge interviene anche sul tema dell’uso dei contenuti protetti da diritto d’autore per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale (IA). Viene specificato che è possibile effettuare estrazioni di testo e dati da opere o materiali disponibili online o in banche dati, purché l’accesso sia legittimo. Tuttavia, questo utilizzo deve rispettare le eccezioni già previste dalla legge sul diritto d’autore, in particolare dagli articoli 70-ter e 70-quater della legge n. 633/1941.

In pratica, l’estrazione di dati e contenuti per alimentare modelli di IA, compresi quelli generativi, è permessa solo se conforme alle regole esistenti. Si tratta di un punto cruciale per bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione dei diritti dei titolari delle opere.

Uso dell’intelligenza artificiale (IA): un equilibrio tra innovazione e tutela

La nuova legge quadro rappresenta un tentativo di trovare un equilibrio tra l’adozione dell’intelligenza artificiale (IA) e la salvaguardia dei principi fondamentali del lavoro intellettuale e della proprietà intellettuale. Da un lato, riconosce il potenziale di queste tecnologie per rendere più efficiente il lavoro dei professionisti e per stimolare la creatività. Dall’altro, impone limiti chiari per evitare che l’IA si sostituisca completamente all’intervento umano o comprometta i diritti d’autore.

L’approccio adottato dal legislatore italiano mostra la volontà di integrare l’IA nella società e nell’economia senza compromettere i valori che regolano le relazioni professionali e creative. La trasparenza, la protezione del lavoro umano e il rispetto delle leggi sul diritto d’autore emergono come pilastri di questo nuovo quadro normativo.

In definitiva, la legge approvata dal Senato offre un riferimento importante per professionisti, imprese e creativi, indicando come l’intelligenza artificiale (IA) possa essere utilizzata in modo responsabile. Si tratta di un passo significativo verso una regolamentazione equilibrata. Capace di favorire l’innovazione senza rinunciare alla tutela dei diritti e alla qualità del lavoro intellettuale.

Riassumendo

  • Approvata legge quadro sull’intelligenza artificiale (IA) con norme per vari settori.
  • L’articolo 13 regola l’uso dell’IA solo nelle prestazioni d’opera intellettuale.
  • L’IA può supportare, ma non sostituire, il contributo creativo umano.
  • Obbligo di trasparenza: i professionisti devono informare chiaramente sull’uso dell’IA.
  • Le opere protette devono avere origine umana, anche se create con IA.
  • Consentita estrazione dati per IA solo rispettando eccezioni al diritto d’autore.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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