Sébastien Lecornu è il nuovo primo ministro, il quinto in poco più di un anno e mezzo. Fedelissimo del presidente Emmanuel Macron, più che una promozione la sua appare una condanna. Sembra al limite del disumano trovare una maggioranza capace di sostenere la sua legge di bilancio per l’anno prossimo. E se oggi la Francia è teatro di vivaci proteste, teme che già dopodomani il suo rating sovrano possa venire declassato. Il 12 sera, infatti, l’agenzia Fitch dovrà aggiornare il suo giudizio, che attualmente è AA- con prospettive negative. Aveva avvertito su un possibile taglio nel caso in cui Parigi non si mostri capace di ridurre il suo elevato deficit fiscale.
E dopo la caduta del governo Bayrou proprio sui conti pubblici, molto probabile che dalle parole passerà ai fatti.
Agonia prevista fino al 2027
I mercati ragionano come se già nei fatti il rating della Francia fosse più basso. I rendimenti degli Oat sono maggiori degli spagnoli e ormai alla pari con quelli italiani. Ieri, per la prima volta dalla nascita dell’euro sono saliti sopra i decennali italiani per un breve periodo di tempo. Lecornu dovrà convincere un numero sufficienti di deputati almeno a non sfiduciarlo, così da poter varare la manovra di bilancio. Ma i partiti hanno la pressione addosso delle piazze. Oggi, centinaia di migliaia di francesi stanno protestando al motto di “bloquons tout”, “blocchiamo tutto”.
Le manifestazioni non saranno costruttive, ma segnalano un malessere diffuso contro le istituzioni. Le agenzie di rating iniziano a credere che in Francia non ci siano i presupposti per poter migliorare i conti pubblici.
Nessuno è disposto ad accollarsi da qui al 2027 la responsabilità di tagli alla spesa pubblica o aumenti delle imposte. E Macron non cede sulle dimissioni, che anticiperebbero la fine di questa agonia sul piano politico e forse anche fiscale.
Distanze tra Italia e Francia sul rating in calo
Il 24 ottobre spetterà a Moody’s aggiornare il suo rating sulla Francia, attualmente Aa3 con prospettive stabili. Il più alto tra le principali agenzie internazionali. E il 28 novembre sarà il turno di S&P: AA- con prospettive negative. Il governo Lecornu rischia di subire l’onta del declassamento prima ancora di legiferare. Le distanze con l’Italia si accorcerebbero. Il 19 sera Fitch potrebbe promuovere il debito italiano a BBB+, allineandosi a S&P. Se oggi ci sono cinque gradini di differenza tra i due, tra pochi giorni potrebbero scendere a tre. Le agenzie semplicemente prenderebbero atto di cosa dicono già i mercati. I CDS a 5 anni sono separati tra loro di appena 3 punti base, così come lo spread a 10 anni.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

