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Oggi: 12 Dic, 2025

IMU, Italia spaccata in due: il grade divario tra nord e sud

L’IMU divide l’Italia: differenze enormi tra città mostrano un sistema diseguale che pesa in modo opposto sui proprietari
53 minuti fa
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Foto © Investireoggi

L’imposta sugli immobili continua a rappresentare uno dei capitoli fiscali più complessi del sistema italiano. L’IMU, infatti, non pesa allo stesso modo in tutto il Paese: lo evidenzia un’analisi del servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali della UIL, che mette in luce profonde differenze tra territori e categorie catastali, anche quando le condizioni economiche dei contribuenti sono analoghe.

Secondo lo studio, il quadro nazionale appare segnato da un impianto catastale non più adeguato alla realtà attuale e da una vasta frammentazione di aliquote decise a livello locale. Questo intreccio di regole e valori datati genera un sistema a più velocità che finisce per accentuare disparità anche molto marcate.

Ricordiamo che il 16 dicembre è il scadenza il saldo IMU 2025, mentre l’acconto andava pagato a giugno scorso.

IMU: Italia con pesi fiscali lontanissimi

La “mappa” dell’IMU elaborata dalla UIL mostra scarti impressionanti tra una città e l’altra. Tra il carico medio sostenuto da chi versa l’imposta nella Capitale e quello dovuto a Palermo si apre un divario superiore ai 3.000 euro. Una forbice così ampia testimonia quanto la localizzazione dell’immobile possa incidere sul bilancio dei proprietari.

Ogni anno l’IMU viene corrisposta da oltre 26 milioni di titolari di seconde abitazioni, immobili destinati ad attività commerciali, terreni o aree edificabili. Una platea vastissima, che contribuisce in maniera fondamentale alle entrate degli enti comunali. Ma la grande partecipazione non significa uniformità: i dati confermano che la stessa tipologia di immobile, se spostata di qualche centinaio di chilometri, può comportare un onere molto diverso.

Perché le differenze sono così marcate

Il motivo principale, da quanto emerge dallo studio UIL sull’IMU, risiede nel meccanismo con cui viene determinata l’imposta.

Il valore catastale rappresenta il punto di partenza, ma questo elemento non riflette sempre la realtà del mercato immobiliare, risultando spesso superato. A ciò si aggiunge la possibilità per ogni Comune di fissare aliquote e riduzioni entro i limiti della normativa statale.

Il combinarsi di questi fattori crea un mosaico di situazioni differenti: una rendita catastale più alta, un’aliquota maggiorata o la mancanza di agevolazioni possono far lievitare sensibilmente l’importo finale. All’opposto, territori con valori più contenuti e politiche locali più leggere consentono di mantenere l’imposta su livelli decisamente inferiori.

Le città dove si paga di più e quelle dove si paga di meno

Lo studio segnalato dalla UIL evidenzia come, entro il termine del 16 dicembre 2025, chi possiede immobili soggetti all’imposta nei grandi centri del Nord e del Centro sia chiamato a un esborso particolarmente significativo. A Roma, Milano e Venezia l’importo medio supera i 1.000 euro per la seconda rata.

Situazione molto diversa nelle città dove l’IMU risulta più contenuta. A Palermo, Pesaro e Cosenza, per esempio, il versamento finale non raggiunge i 200 euro. Una differenza che riflette scelte locali divergenti e valori catastali di riferimento sensibilmente più bassi.

Il peso dell’IMU in Italia: un tema destinato a restare centrale

La fotografia scattata dalla UIL pone l’accento sulla necessità di ripensare l’assetto fiscale che regola gli immobili in Italia.

Le distanze tra territori, oggi così accentuate, rischiano di trasformarsi in elementi di squilibrio difficili da colmare senza un intervento complessivo sul catasto e sulle regole che determinano l’IMU.

L’imposta, nata per garantire risorse essenziali ai Comuni, continua infatti a svolgere un ruolo cruciale per le finanze locali. Tuttavia, la mancanza di omogeneità tra territori alimenta percezioni di ingiustizia che, come mostra la ricerca, non sono soltanto sensazioni ma dati concreti.
In attesa di eventuali riforme, il quadro attuale conferma una certezza: il peso dell’IMU resta profondamente influenzato dal luogo in cui si trova l’immobile, rendendo il panorama nazionale un vero e proprio mosaico di carichi fiscali diversi.

Riassumendo l’IMU in Italia secondo lo studio UIL

  • L’IMU presenta forti disparità tra territori e categorie catastali.
  • Lo studio UIL evidenzia un sistema basato su valori catastali superati.
  • Differenze tra città enormi: oltre 3.000 euro tra Roma e Palermo.
  • Oltre 26 milioni di proprietari versano l’imposta ogni anno.
  • Aliquote e agevolazioni locali determinano forti variazioni negli importi dovuti.
  • A Roma, Milano e Venezia si paga molto più che a Palermo, Pesaro, Cosenza.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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