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Oggi: 11 Dic, 2025

IMU 2025 categoria D: doppio codice, doppio rischio di errore sul saldo di dicembre

Il saldo IMU 2025 si avvicina anche per gli immobili di categoria D: codici, aliquote e regole, massima attenzione per evitare errori
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imu categoria d
Foto © Pixabay

La scadenza del 16 dicembre 2025 è quella  per i proprietari di immobili soggetti a imposizione locale. Entro questa data, infatti, deve essere versato il saldo dell’IMU, che completa l’acconto già corrisposto a giugno. Tra le varie tipologie di beni immobili che rientrano nel tributo, un ruolo di primo piano è rivestito dagli immobili inseriti nella IMU categoria D, un insieme di fabbricati legati in modo diretto al mondo produttivo e caratterizzati da regole particolari sia per il calcolo dell’imposta sia per la suddivisione del gettito.

IMU categoria D: un gruppo di immobili con caratteristiche uniche

La categoria catastale D comprende strutture generalmente utilizzate nell’ambito dell’attività d’impresa.

Oltre ai fabbricati presenti in specifiche categorie catastali, rientrano anche immobili non iscritti al catasto ma integralmente posseduti da imprese e registrati in modo dettagliato nella contabilità aziendale. A differenza di altre tipologie immobiliari, la loro valutazione ai fini IMU non dipende da una rendita catastale attribuita dall’Agenzia delle Entrate, bensì dai dati economici riportati nei registri dell’impresa.

Questa impostazione introduce un livello di tecnicità maggiore rispetto, ad esempio, agli immobili a uso abitativo, per i quali la base imponibile deriva da una rendita catastale rideterminata e moltiplicata per coefficienti prestabiliti. Per i fabbricati della categoria D privi di rendita, invece, contano soprattutto i valori contabili: una differenza sostanziale che richiede particolare attenzione al momento del calcolo del saldo IMU.

Come si determina la base imponibile

La normativa stabilisce che, per gli immobili della categoria D senza rendita catastale, la base imponibile sia individuata partendo dal valore dell’immobile alla data del primo gennaio dell’anno di riferimento oppure, se l’acquisto è avvenuto in un momento successivo, dal prezzo riportato in contabilità alla data di acquisizione.

Tale valore non è quello netto dopo ammortamenti, ma quello risultante considerando le quote di ammortamento lorde, come previste dai registri dell’impresa.

Un passaggio decisivo nel calcolo riguarda l’applicazione dei coefficienti moltiplicatori, aggiornati ogni anno tramite decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per il 2025, tali coefficienti IMU sono stati fissati dal decreto del 14 marzo 2025 e costituiscono il riferimento imprescindibile per determinare in modo corretto la base imponibile. Senza l’utilizzo di questi valori aggiornati, il rischio di errori nel calcolo dell’imposta dovuta aumenterebbe in modo significativo.

Come si divide il gettito tra Stato e Comune

Tra gli elementi che rendono peculiare la disciplina dell’IMU categoria D spicca il meccanismo di ripartizione del gettito. Per la maggior parte degli immobili soggetti a IMU, infatti, l’intero importo del tributo confluisce nel bilancio del Comune. Nel caso dei fabbricati del gruppo D, invece, lo Stato trattiene una parte della riscossione.

La legge di bilancio 2020 ha definito un’aliquota base dello 0,86%. I Comuni possono intervenire su questa aliquota, innalzandola fino all’1,06% o riducendola fino allo 0,76%. La quota calcolata allo 0,76% è destinata integralmente allo Stato, mentre l’eventuale incremento disposto dal Comune rimane nelle casse comunali.

Un esempio permette di comprendere meglio il meccanismo: con un’aliquota comunale fissata allo 0,86%, lo 0,76% del gettito va allo Stato mentre lo 0,10% è riservato al Comune. Si tratta di una struttura pensata per assicurare una ripartizione equilibrata del gettito fiscale derivante dagli immobili produttivi, spesso strategici per le economie locali.

Codici tributo per l’IMU categoria D: passaggio decisivo per un versamento corretto

La compilazione del modello F24 richiede particolare precisione per evitare versamenti errati. Per gli immobili della categoria D devono essere utilizzati due codici tributo IMU distinti, necessari per separare in modo corretto la quota che spetta allo Stato da quella destinata al Comune:

  • 3925: codice relativo alla parte dell’imposta che deve essere versata allo Stato.
  • 3930: codice riferito alla quota destinata al Comune.

L’utilizzo corretto dei due codici è essenziale: un errore nella suddivisione potrebbe portare a irregolarità, ritardi nella registrazione del pagamento o persino contestazioni da parte degli enti impositori.

Un appuntamento fiscale con regole precise

Il saldo IMU del 16 dicembre 2025 rappresenta un passaggio cruciale soprattutto per imprese e proprietari coinvolti nella gestione di immobili classificati nella IMU categoria D. Le regole specifiche sul calcolo della base imponibile, l’obbligo di applicare coefficienti annualmente aggiornati e la gestione della doppia ripartizione del gettito richiedono un approccio attento e scrupoloso.

Una preparazione accurata consente di evitare errori e di adempiere agli obblighi fiscali in modo corretto, rispettando una normativa che, pur complessa, mira a garantire un equilibrio tra esigenze locali e interessi statali nella gestione del patrimonio immobiliare produttivo.

Riassumendo l’IMU per categoria D

  • Il 16 dicembre 2025 scade il saldo IMU per gli immobili produttivi categoria D.
  • I fabbricati D senza rendita usano valori contabili per calcolare la base imponibile.
  • La base imponibile deriva dal costo d’acquisto con quote di ammortamento lorde.
  • I coefficienti IMU 2025 sono stabiliti dal decreto MEF del 14 marzo 2025.
  • Il gettito degli immobili D è diviso tra Stato e Comune secondo aliquote specifiche.
  • Nel modello F24 servono i codici 3925 (Stato) e 3930 (Comune).

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.