Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Furto al Louvre come naufragio della Concordia, Francia sempre più simile all’Italia della crisi

I gioielli della Corona rubati al Louvre di Parigi varrebbero più della collana alla base dello scandalo che travolse Maria Antonietta.
1 mese fa
2 minuti di lettura
Gioelli rubati al Louvre
Gioelli rubati al Louvre © Licenza Creative Commons

Un diadema di zaffiri, una collana e un orecchino delle regine dell’Ottocento, Marie-Amélie e Hortense. Ma anche una collana e orecchini dell’imperatrice Maria Luisa, seconda moglie di Napoleone Bonaparte, nonché una spilla, il diadema e la grande spilla dell’imperatrice Eugenia. Sono i gioielli rubati al Museo di Louvre a Parigi in appena otto minuti da parte di un commando ben organizzato e che ha ridicolizzato l’ingente apparato di sicurezza. Il ministro della Cultura, peraltro fresca di nomina, Rachida Dati, ha ammesso che qualcosa, in effetti, non ha funzionato in tal senso. E ci mancherebbe pure che lo si negasse!

Gioielli rubati al Louvre, stima sul valore

La Procura di Parigi, che indaga sul furto eccellente, stima in 88 milioni di euro il valore dei gioielli rubati al Louvre.

E non terrebbe conto del valore storico, per cui tra le mani i Lupin della situazione si ritroverebbero un tesoro ancora più ricco. Tuttavia, sarà molto difficile rivenderlo sullo stesso mercato nero delle opere d’arte. Troppo riconoscibili i pezzi trafugati. L’idea di smontare i gioielli per vendere le pietre preziose singolarmente abbasserebbe notevolmente il valore di vendita. Se accadesse, sarebbe una perdita immensa per il patrimonio artistico e culturale mondiale.

La Francia vive un momento difficile della sua storia. I gioielli sono stati rubati al Louvre negli stessi giorni in cui è nato il sesto governo in poco più di un anno e mezzo. E ieri l’ex presidente Nicolas Sarkozy usciva di casa per fare ingresso al carcere de La Santé, essendo stato condannato a 5 anni per finanziamenti illeciti ricevuti nel 2007 dalla Libia di Muhammar Gheddafi.

Il colpo al museo non ha fatto che incrinare la già bassa fiducia che le istituzioni francesi riscuotono tra i cittadini.

Scandalo della collana

C’è un episodio storico forse poco noto all’estero. Si verificò negli anni Ottanta del Settecento e coinvolse l’allora regina Maria Antonietta. E’ noto come “lo scandalo della collana”. Per farla breve, la sovrana fu vittima di una tentata truffa. Il valore del gioiello che una sua sosia aveva comprato a rate era di 1 milione e 600 mila livres o lire, corrispondenti a 500 kg di oro. Ai prezzi attuali, qualcosa come 65 milioni di euro. Un importo stratosferico per i tempi, sebbene il valore dei gioielli rubati al Louvre oggi risulti persino superiore.

Cosa c’entrano i due casi tra loro? L’opinione pubblica restò sospettosa verso Maria Antonietta, che nel migliore dei casi venne percepita come una regina dedita al lusso e alla disinibizione sessuale. Questo pregiudizio gravò sulla sua persona e sul consorte re Luigi XVI dopo la Rivoluzione del 1789. Contribuì all’esecuzione a morte dei due nel 1793.

Declino della Francia con Macron

Ora, il collo del presidente Emmanuel Macron è per fortuna salvo. Non c’è alcuno scandalo che riguardi direttamente lui o altri membri del suo entourage. Il guaio è che la vicenda contribuisce ad avvelenare un clima già torbido, in cui tutti ne approfittano per addebitare responsabilità agli altri. I problemi per l’Eliseo sono altri.

C’è una crisi fiscale conseguenza e causa della crisi politica in corso. La Francia ha perso credibilità sui mercati e all’estero, nonché il controllo negli ultimi anni dell’Africa occidentale (Françafrique) per mezzo di alcuni golpe manovrati dalla Russia.

Il furto dei gioielli al Louvre appannano un’immagine già compromessa. Qualcuno azzarda che l’operazione sia stata gestita da un governo esterno per screditare ulteriormente la figura di Macron. Insomma, un complotto. Molto probabile che stiamo volando con la fantasia, sebbene il solo fatto che ci venga il dubbio possa essere vero, sia la spia di quanto la situazione a Parigi sia ormai grave.

Gioielli al Louvre, similitudini con Italia in crisi

Ci sono fin troppe similitudini con l’Italia di tre lustri fa. Il collasso politico, la crisi dei conti pubblici, la speculazione sui mercati e l’immagine da operetta che volutamente venne fatta girare dello Stivale nel mondo a seguito anche di accadimenti nefasti. Nel gennaio del 2012 affondò la nave Concordia al largo dell’isola del Giglio. L’immagine fu una metafora del declino del nostro Paese di quegli anni. Credibilità ancora più compromessa e pregiudizi rafforzati verso le nostre istituzioni. L’anno seguente un ex premier, Silvio Berlusconi, veniva condannato per frode fiscale e finiva ai servizi sociali all’Rsa di Cesano Boscone. I cugini dovranno solo sperare che il loro purgatorio duri meno del nostro.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Articolo precedente

Imposta di successione da versare: ecco il calcolo, le cifre e cosa si paga oltre a imposte ipotecarie e catastali

pensione 2026
Articolo seguente

Pensioni, ecco le tre novità 2026 spiegate nel dettaglio: cambiano importi, età e misure