Sono stati 90 i fortunati a dividersi la posta in palio del SuperEnalotto che ha assegnato la cifra record di 371 milioni di euro. In diverse Regioni italiane sono finiti gli oltre 4 milioni a testa che si sono divisi i 90 fortunati che hanno azzeccato la combinazione vincente. Ogni qualvolta esce fuori una vincita di questo genere, il gioco d’azzardo, le lotterie e il gambling in genere, torna prepotentemente a interessare. E anche dal punto di vista fiscale naturalmente. Perché sono assoggettati a tassazione sulle vincite anche i soldi derivanti da colpi di fortuna.

Ma in che modo? Ecco come funziona in Italia la tassazione sulle vincite al gioco, prendendo spunto dal quesito di un nostro lettore, che non è però tra i fortunati del jackpot del SuperEnalotto.

“Buonasera, dal momento che vi ritengo tra i massimi esperti di fisco in circolazione, vorrei proporvi un quesito particolare che riguarda le vincite al gioco. Lo scorso anno ho avuto la fortuna di vincere 10.000 euro con un gratta e vinci preso al bar sotto casa. A dire il vero però sul mio conto corrente che ho indicato come quello utile a ricevere la vincita, mi hanno accreditato soltanto 7.600. Ho sentito che le vincite si dovrebbero dichiarare e quindi adesso che devo presentare il mio 730 mi chiedo cosa dovrò fare e se effettivamente dovrò andare a pagare anche l’IRPEF su questi soldi. Mi spiegate come funziona il meccanismo? Credo di avere già dato giusto?”

Gioco legale in Italia e gioco irregolare, la figura dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

In Italia il gioco d’azzardo è legale solo se è previsto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli cioè dall’ex AAMS. In altri termini dai Gratta e Vinci ai casinò, dalle slot machine ai giochi online tutto può essere fatto in Italia a condizione che siano strutture e siti su cui c’è autorizzazione da parte dell’Agenzia.
Le vincite al gioco in Italia hanno una particolare problematica di natura fiscale, che rischia di generare confusione e qualche dubbio come ci dimostra il nostro lettore. Soprattutto perché oltre ai giochi autorizzati in Italia a cui facevamo riferimento prima, ce ne sono tanti altri che si possono trovare in rete, che sono praticamente illegali dal punto di vista normativo in Italia. Illegali perché non pagano le tasse nel territorio della penisola. La loro presenza però, come opzione di gioco per gli utenti, consente una nostra considerazione e un nostro approfondimento. Infatti bisogna distinguere, anche dal punto di vista della tassazione sulle vincite, tra i giochi autorizzati dall’AAMS e i giochi non autorizzati. Quando il nostro lettore ci dice che le vincite al gioco vanno inserite nella dichiarazione dei redditi per pagare l’IRPEF, fa riferimento alle vincite provenienti da siti web e strutture non autorizzate.

La tassazione delle vincite sui siti “irregolari”

Chi vince soldi a un casinò online o in qualsiasi altro gioco d’azzardo che non ha ricevuto la preventiva autorizzazione dell’AAMS per operare sul territorio nazionale, deve dichiarare le vincite sul 730. Vincite quindi che vanno inserite nei redditi diversi e quindi tassate come è naturale che sia in base all’aliquota prevista per lo scaglione di riferimento. Al riguardo bisogna fare una sintesi su quali sono gli scaglioni di imposizione fiscale 2023. Nello specifico, per redditi fino a 15.000 euro il 23%, per redditi fino a 28.000 euro il 25%, fino a 50.000 euro il 35% e sopra i 50.000 il 43%. Le vincite diventano quindi a tutti gli effetti nuovi redditi. E come tali vanno indicati nel 730 o nel modello Redditi PF. Perché c’è da pagare l’Imposta sul reddito delle persone fisiche come previsto dal TUIR.

La tassazione delle vincite al gioco secondo l’AAMS

In Italia i giochi hanno assunto una rilevanza molto importante in queste ultime settimane per via del super jackpot del SuperEnalotto che ha portato alla vincita più grande di tutti i tempi.
Vincita pari a 371 milioni di euro. Come dicevamo in premessa, vincita che è stata suddivisa tra 90 fortunati che hanno azzeccato la combinazione vincente con un sistema in quote. Essendo il SuperEnalotto un gioco regolamentato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in Italia, la tassazione è alla fonte. Nel senso che i vincitori non hanno preso esattamente i soldi che hanno vinto, ma hanno dovuto versare il 20% della parte eccedente ai 500 euro al fisco italiano. In pratica ai vincitori arriveranno sui conti correnti l’80% della quota spettante dei 371 milioni vinti. Di conseguenza essendo tassati alla fonte queste vincite non vanno nel modello 730 e quindi non si paga di IRPEF. In altri termini la vincita per ciascuno di essi, da oltre 4 milioni di euro è scesa a poco meno di 3,3 milioni, con oltre 800 mila euro di tasse. Per questo le cifre vinte non andranno inserite nelle dichiarazioni reddituali. Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi è chiaro da questo punto di vista. Infatti non possono essere tassati due volte determinati redditi.

Ma le vincite influiscono inevitabilmente

Ma una vincita è pur sempre una vincita e soprattutto per cifre rilevanti (non certo quelle che ha vinto il nostro lettore) gli effetti finiscono con l’incidere non sul 730 e quindi sull’IRPEF, bensì sull’ISEE. Tornando al nostro lettore per esempio, i 10.000 euro vinti al Gratta e Vinci saranno inevitabilmente finiti sul conto corrente generando denari che faranno lievitare le giacenze medie dei conti correnti e anche il saldo al 31 dicembre dell’anno di riferimento. Naturalmente se i soldi non vengono prelevati ed eliminati dal conto corrente. Ne consegue che il diretto interessato che magari percepisce il reddito di cittadinanza o un’altra prestazione assistenziale o un bonus, o che percepisce l’assegno unico sui figli a carico, potrebbe pagare dazio.
Infatti in virtù dei soldi vinti si potrebbe superare una fascia di ISEE utile a fruire di una determinata prestazione. Basti ricordare che sul reddito di cittadinanza i soldi in banca detenuti non devono essere superiori a 6.000 euro per un singolo.

Occhio al redditometro

Anche sull’utilizzo dei soldi vinti, qualche problematica i fortunati cittadini potrebbero averla. Per esempio, se uno dei fortunati vincitori del SuperEnalotto acquista un bene che prima non poteva permettersi, i rischi non mancano. In questo caso il fisco ha il potere e il diritto di avviare delle operazioni di accertamento fiscale, chiedendo spiegazioni al contribuente circa la provenienza dei soldi utilizzati per questo acquisto fuori parametro. Tutto dipende, infatti, da quello strumento particolare che è il redditometro. Strumento che considera i redditi di un contribuente e le spese che ha sostenuto per verificare se tra le due cose ci sia corrispondenza. Nel caso contrario, il contribuente potrebbe essere interessato da un accertamento. Ed essere convocato dal fisco per dare la spiegazione necessaria. Per questo il consiglio è di conservare sempre la ricevuta della vincita fatta in modo tale da poterla mostrare al fisico in sede di accertamento.

Cosa succede a chi vince soldi al gioco in Italia?

Ricapitolando quindi, giocare è legale sulle strutture autorizzare dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Chi gioca su siti non autorizzati fa una cosa che non è legale. Il giocatore che vince dei soldi, deve dichiararli al fisco per il versamento delle imposte. Le vincite provenienti dal gioco autorizzato, sono tassate alla fonte. Il giocatore non è tenuto a inserire queste vincite nelle dichiarazioni dei redditi. Il giocatore che vince soldi da gioco irregolare deve inserire le vincite nel 730 (versamento in base alle aliquote vigenti). In ogni caso i soldi che finiscono sui conti correnti in virtù delle vincite, incidono sull’ISEE e sul diritto a percepire alcune prestazioni e alcune misure.