Le misure di pensionamento anticipato presenti nel nostro ordinamento sono molte. Tra penalizzazioni, vincoli e paletti, la convenienza a sfruttare una misura piuttosto che l’altra cambia da caso a caso. Ci sono misure di pensionamento anticipato vere e proprie, mentre altre sono degli assegni che vengono pagati in modo tale da accompagnare il beneficiario all’età pensionabile utile. Per esempio parlare di pensione per l’Ape sociale non è del tutto giusto. La quota 100 invece, anche se non esiste più, è una vera misura di pensionamento anticipato.

Le differenze sono sostanziali anche dal punto di vista degli importi delle prestazioni. Un nostro lettore infatti ci chiede se dopo aver preso l’Ape sociale, può scegliere un’altra misura di pensionamento anticipato nel momento in cui raggiunge i requisiti. 

“Salve, compio 64 anni a dicembre e da marzo 2022 sono titolare dell’Ape sociale. Mi hanno suggerito di provare a fare subito domanda di Quota 102 visto che proprio a dicembre completo il trentottesimo anno di carriera. Secondo voi conviene? E soprattutto, si può rinunciare ad una prestazione per andare verso un’altra?” 

Una domanda molto interessante questa del lettore. Con il trasformare l’Ape sociale in quota 102, cosa ci guadagna il pensionato e perché conviene sono domande comuni a molti.  

Ape sociale e quota 102, le differenze tra le due misure 

La domanda del lavoratore è molto importante perché ci dà la possibilità di parlare di una sostanziale differenza tra misure. Prima di tutto è la natura dell’Ape sociale che è differente rispetto alla quota 102. Nulla di nuovo, perché era differente dall’Ape sociale anche la vecchia quota 100. L’Anticipo pensionistico sociale, da cui l’acronimo di Ape, altro non è che un assegno che eroga un reddito ponte al beneficiario, accompagnandolo di fatto ai 67 anni della pensione di vecchiaia o al raggiungimento dei requisiti utili per le pensioni anticipate.

Le due quote invece sono misure di pensionamento vere e proprie, che prevedono uscita anticipate al raggiungimento di una determinata età anagrafica e di una determinata età contributiva. Due cose nettamente differenti quindi.  

Tutti i limiti dell’Ape sociale 

L’Ape sociale è una misura che è piuttosto vincolata a determinati limiti e paletti. Per esempio, a prescindere dal calcolo effettivo della pensione, l’assegno mensile erogato dall’INPS non può superare i 1.500 euro al mese lordi. Per l’Ape sociale non esiste tredicesima mensilità, non ci sono maggiorazioni sociali, non c’è integrazione al trattamento minimo ed è una misura non reversibile a causa del decesso del beneficiario. Tutti vincoli che vengono meno con la pensione di vecchiaia, con quella anticipata oppure con la pensione con quota 102. Ecco perché chi ha suggerito al nostro lettore di cambiare misura provando a richiedere la quota 102 ha dato un consiglio giusto. il vantaggio infatti non è indifferente dal punto di vista del pensionato. 

Perché la quota 102 come pensione è meglio dell’Ape sociale 

Con quota 102 così come con la quota 100 non è possibile cumulare i redditi della pensione con quelli da lavoro. In pratica non possono essere cumulati i redditi diversi da quelli della pensione ad eccezione del lavoro autonomo occasionale entro la soglia dei 5.000 euro ad anno. Con l’Ape sociale invece questo vincolo viene meno. E probabilmente il nostro lettore proprio questo ha fatto dal momento che dice che a dicembre di quest’anno completerà 38 anni di contributi versati. In pratica, avrà lavorato anche durante la fruizione dell’Ape sociale. Il cumulo dei redditi da lavoro con i redditi dell’Ape sociale, sono un altro fattore determinante per capire se è conveniente cambiare prestazione INPS o meno.

La pensione in anticipo e perché l’Ape è temporanea

Resta il fatto che se parliamo soltanto di pensione, è evidente che la quota 102 così come qualsiasi altra misura previdenziale prevista dal nostro ordinamento, migliora la situazione rispetto all’Ape sociale.

Misura quest’ultima che comunque il nostro lettore percepirà soltanto a termine, cioè fino al compimento dei 67 anni quando riuscirà a centrare la pensione di vecchiaia ordinaria. Oppure fino al raggiungimento della pensione anticipata se continua a lavorare fino al completamento dei 42 anni e 10 mesi utili alla misura che la legge Fornero varò in sostituzione delle vecchie pensioni di anzianità.