Il Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2023 non ha approvato solo la Manovra di bilancio 2024 ma anche alcuni decreti attuativi (in esame preliminare) della riforma fiscale. Tra questi rientra quello sulla fiscalità internazionale che contiene qualche novità per il regime impatriati.

Ci riferiamo a quel regime di imposizione fiscale agevolato di cui possono beneficiare i lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia per lavoro. Quindi, a chi residente all’estero e lavoratore lì, decide di venirsene in Italia a lavorare.

L’attuale regime impatriati

L’agevolazione regime impatriati consiste in un risparmio d’imposta.

Infatti, prevede che il reddito di lavoro dipendente (o a esso assimilato) e di lavoro autonomo prodotto in Italia concorre alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 30% dell’ammontare.

La percentuale scenda al 10% se la residenza è portata in una delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.

La tassazione favorevole, tuttavia, si applica a condizione che siano soddisfatti tutti i seguenti requisiti:

  • il lavoratore non è stato residente in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento e si impegna a risiedervi per almeno due anni;
  • l’attività lavorativa è svolta prevalentemente nel territorio italiano.

Applicazione limitata nel tempo

Si applica per il periodo d’imposta in cui la residenza viene trasferita e nei successivi 4.

C’è possibilità di optare per l’applicazione per altri 5 periodi d’imposta ma solo per quei lavoratori con almeno un figlio minorenne o a carico e a quelli che diventano proprietari di almeno un’unità immobiliare residenziale in Italia dopo il trasferimento o nei 12 mesi precedenti. In tal caso per gli altri 5 anni i redditi agevolati concorrono alla formazione dell’imponibile

  • per il 50% del loro ammontare;
  • ovvero per il 10% in caso di lavoratori con almeno tre figli minorenni o a carico.

Regime impatriati, nuovi beneficiari dal 2024

Con il decreto attuativo della riforma per la fiscalità internazionale, che è stato illustrato insieme alla legge di bilancio 2023, dal periodo d’imposta 2024 si introduce un nuovo regime impatriati.

In dettaglio:

  • i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione che non risultano essere già stati residenti nel nostro Paese nei 3 periodi d’imposta precedenti al conseguimento della residenza
    • potranno beneficiare (massimo 5 anni) di una riduzione della tassazione del 50%, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro.

Ci sarà obbligo per loro di conservare poi la residenza in Italia per almeno i 5 periodi d’imposta successivi. Se ciò non sarà fatto, si dovrà restituire quanto indebitamente goduto, comprensivo di interessi.

Riassumendo…

  • il regime impatriati oggi prevede che il lavoratore all’estero che trasferisce la residenza in Italia per venire a lavorare qui, vedrà che il reddito di lavoro dipendente (o a esso assimilato) e di lavoro autonomo prodotto in Italia
    • concorrere alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 30% dell’ammontare
    • ovvero limitatamente al 10% se la residenza è presa in una delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia
  • si applica a condizione che
    • il lavoratore non è stato residente in Italia nei 2 periodi d’imposta precedenti il trasferimento e si impegna a risiedervi per almeno 2 anni
    • l’attività lavorativa è svolta prevalentemente nel territorio italiano.
  • vale per 5 periodi d’imposta con possibilità di opzione per altri 5 ma solo in alcuni casi
  • con il decreto attuativo sulla riforma della fiscalità internazionale, si prevede che i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione che si trasferiscono in Italia potranno beneficiare (per 5 anni) di una riduzione della tassazione del 50% entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro.