Le varie commissioni create dopo la legge delega per la riforma fiscale sono a lavoro per riscrivere il sistema di tassazione del nostro Paese. Tra le novità in arrivo ci sono alcune importanti che riguardano le partita IVA (professionisti) e gli studi professionali. Dalla soluzione per il riaddebito delle spese in fattura al graduale superamento dell’IRAP.

Andiamo a vedere più nel dettaglio cosa sta per cambiare.

Partita IVA studi associati, possibili novità

Molte volte più professionisti (avvocati, commercialisti, ecc.) decidono di condividere l’esercizio dell’attività creando i c.

d. studi associati.

Al fine di non penalizzare ed incentivare ancor più la formazione degli studi, nella riforma fiscale si punta a dare loro la neutralità fiscale. Un modello simile alle imprese. Ossia, considerare fiscalmente neutre le operazioni straordinarie. In questo modo, le imposte non incideranno notevolmente sulle decisioni da prendere ai fini della sopravvivenza dello studio associato.

Altro aspetto positivo della riforma è il graduale superamento dell’IRAP. L’imposta già non si paga più per le partite IVA dei professionisti lavoratori autonomi. Dal 2024 si prevede che questa imposta non ci sia più nemmeno per gli studi associati.

Si vorrebbe puntare anche all’introduzione di una flat tax al 15%. Insomma un regime forfettario anche per tali studi.

Tasse per professionisti autonomi, cosa bolle in pentola per il 2024

Per i professionisti (lavoratori autonomi) si parla della possibilità di rinviare il pagamento dell’acconto a novembre e della possibilità di dilazionare il pagamento delle imposte in sei rate a partire da gennaio del 2024.

Si punta anche a cambiare le regole di determinazione del reddito da assoggettare ad imposta. Un principio che prevedrebbe l’inclusione di tutte le somme e valori percepiti. Insomma, un principio di onnicomprensività al pari di quello già previsto per il reddito da lavoro dipendente.

Se però il professionista indicherà in fattura dettagliatamente le spese addebitate al cliente, allora queste non formeranno reddito e non saranno assoggettate a ritenuta d’acconto.

Altra novità potrebbe essere la modifica della percentuale di ritenuta (20%) applicata sui compensi ricevuti da professionisti che si avvalgono di dipendenti. Bisognerà, tuttavia, definirne l’entità.