Nel pagamento di imposte e tasse al fisco intervengono di volta in volta soggetti diversi, a ciascuno dei quali il legislatore attribuisce un ruolo di “contribuente”.

Ad esempio nel rapporto di lavoro c’è il lavoratore e il sostituto d’imposta. Quest’ultimo si sostituisce al primo nel versamento delle imposte. Il sostituto effettua le ritenute IRPEF sul compenso del lavoratore e le versa all’erario. Quindi, il peso dell’imposta grava sul lavoratore ma il suo datore di lavoro ne fa le veci nel versamento.

La definizione di contribuente

Volendo dare una definizione generica di “contribuente”, possiamo indicarlo come il soggetto (fisico o giuridico) tenuto ad adempiere agli obblighi imposti dal nostro legislatore tributario. Quindi, è colui che è tenuto a:

  • presentare la dichiarazione redditi;
  • emettere fatture;
  • tenere i libri contabili (laddove obbligatori);
  • pagare l’IMU;
  • ecc.

Dunque, è colui che si trova nel rapporto diretto rispetto al presupposto d’imposta. È il c.d. soggetto passivo. Ad esempio, nell’IMU, il contribuente è il possessore di immobili, visto che il presupposto IMU (ossia ciò che fa scattare l’obbligo di pagamento) è il possesso di immobili (case, terreni, ecc.).

Altre definizioni: contribuente di fatto e di diritto

Al contribuente “soggetto passivo”, si affianca l’altra definizione di soggetto che è in rapporto indiretto rispetto al presupposto d’imposta.

Il classico esempio è il datore di lavoro che assume le vesti di sostituto d’imposta. Questi, si sostituisce al lavoratore in alcuni adempimenti verso il fisco. Ad esempio, come già detto in premessa, effettua le ritenute sul compenso pagato al lavoratore e poi le versa all’erario nelle modalità e nei tempi stabiliti. A questo proposito, poi ha obbligo di rilasciare la Certificazione Unica (ex CUD).

Se il sostituto d’imposta non adempie a proprio obblighi tributari verso il lavoratore va incontro a sanzioni.

Altra importante distinzione è tra contribuente “di fatto” e contribuente “di diritto”.

In dettaglio

  • è di diritto colui che, secondo la legge tributaria, è tenuto a pagare l’imposta per il fatto di svolgere un’attività o di possedere beni (c.d. contribuente percosso);
  • è di fatto è quello che ne sopporta l’onere senza possibilità di rifarsi su altri (c.d. contribuente inciso).

Questa distinzione si verifica ad esempio nell’IVA. Qui c’è il commerciante al dettaglio che paga l’IVA al commerciante all’ingrosso. Il commerciante al dettaglio si rivale poi sul consumatore finale. In questo caso, il commerciante al dettaglio è il contribuente di diritto (che poi deve versare l’IVA all’erario) mentre il contribuente di fatto è il consumatore finale, ossia colui che effettivamente sostiene il costo dell’IVA senza possibilità di rivalersi su altri soggetti.

Riassumendo…

  • contribuente è colui che è tenuto a fare adempimenti imposti dalla legge tributaria (dichiarazione redditi, emissione fatture, ecc.). Ha un rapporto diretto nel presupposto d’imposta
  • c’è il sostituto d’imposta, ossia colui che si sostituisce al contribuente nell’effettuare l’effettivo versamento dell’imposta (che resta comunque a carico del contribuente)
  • il contribuente di diritto è colui che è tenuto a pagare l’imposta per il fatto di svolgere un’attività o di possedere beni
  • il contribuente di fatto è quello che, effettivamente, ne sopporta l’onere senza possibilità di rifarsi su altri.