Tutto è negativo, tante le critiche e delusione da parte di molti contribuenti sono le cose successe dopo la notizia dell’approvazione del decreto con cui il Governo Meloni di fatto ha bloccato e cessioni del credito e lo sconto in fattura per i bonus edilizi, super bonus 110%, compreso. Con questo stop indotto dal Governo, le lamentele sono arrivate dalle imprese edili, la cui attività negli ultimi anni si è appoggiata proprio sui bonus per lavori edili. Ma lamentele anche dai contribuenti, soprattutto da chi aveva intenzione di effettuare i lavori sfruttando la parte di questi bonus che riguardava la cessione del credito e lo sconto in fattura.

Senza parlare degli incapienti che, ormai, non possono recuperare nulla da questi bonus. In tutto questo trambusto, una cosa ormai chiara e incontrovertibile è che i bonus edilizi, compreso il Superbonus adesso devono passare per forza di cose dalla detrazione fiscale.

“Gentili esperti, ho letto che il Governo ha limitato il Superbonus 110%. Premetto che non avevo ancora avviato nulla, ma stavo seriamente pensando di sistemare casa godendo di questa agevolazione. Lasciando da parte gli schieramenti politici che dicono ognuno la sua su questa vicenda. E tralasciando ciò che ha fatto il Governo, volevo chiedervi se secondo voi è il caso di andare avanti nel mio progetto sfruttando le agevolazioni come si faceva una volta, cioè con la detrazione nei miei modelli 730. Secondo voi è ancora conveniente?”

Superbonus e bonus edilizi, solo detrazione fiscale: resta ancora conveniente?

A partire dallo scorso 17 febbraio 2023, sui bonus edilizi addio al beneficio molto utilizzato in questi anni dello sconto in fattura e della cessione del credito. E questo vale per tutti i bonus edilizi. Il Governo con un decreto ha deciso di porre un freno a questi strumenti che hanno reso i bonus edilizi molto appetibili. E c’è chi parla di fine di questi bonus, anche se a dire il vero così non è dal momento che resta la possibilità di sfruttare queste agevolazioni direttamente con le detrazioni fiscali.

Il discorso sembra lo stesso del reddito di cittadinanza. Molti sostengono che sarà un disastro. Ma c’era chi aggiustava casa anche prima dei Superbonus con cessioni del credito e sconti in fattura.

Resterà infatti la possibilità di detrarre dal reddito le spese per le opere di ristrutturazione. Naturalmente la cessione del credito e lo sconto in fattura rendevano la misura alla portata di molti più contribuenti. Questo è evidente. Ma c’è da dire che detrarre dal reddito queste spese, produce comunque vantaggi rilevanti. Vietato quindi vendere i bonus edilizi come finiti solo perché il Governo ha deciso di tirare il freno a mano su queste pratiche che consentivano di sistemare casa passando semplicemente un credito di imposta da un soggetto all’altro come fosse un assegno.

Detrazione fiscale, come funziona?

La detrazione fiscale è ancora possibile per i bonus edilizi, e resta fruibile alla solita maniera. Chi ha ristrutturato casa prima dell’avvento del Superbonus sa di cosa parliamo. Le spese sostenute, per la percentuale di detrazione che un bonus prevede, possono essere scaricate dalle dichiarazioni dei redditi. Il meccanismo è il solito. Detrazione fruibile a rate per 10 stagioni reddituali consecutive. Per esempio, chi spende 100.000 euro di opere e gode del bonus 50%, potrà scaricare dal reddito 50.000 euro, in 10 rate da 5.000 euro annui.

Scaricare i lavori edilizi dalle tasse

Scaricare significa abbattere il costo dell’IRPEF e delle addizionali da versare con una dichiarazione reddituale, fino ad arrivare al rimborso. Significa che chi può godere in pieno di questa detrazione, può arrivare a recuperare anche 5.000 euro ogni anno e direttamente in busta paga, se lavora. Oppure sulla pensione in caso di pensionati, oppure dall’Agenzia delle Entrate per chi sceglie le dichiarazioni senza sostituto di imposta.

Quindi, anche usando una ordinaria detrazione fiscale, i vantaggi del bonus non sono campati in aria. Magari si potrà discutere sul fatto che il vantaggio sia dilazionato nel tempo. O che l’interessato debba anticipare soldi che invece con cessioni dei crediti o sconti in fattura non succede.

C’è chi davvero perderà il treno dell’agevolazione

Al netto di chi ha giù uno stato avanzato della pratica, cioè chi ha già avviato i lavori prima del 17 febbraio, o chi prima della stessa data aveva giù presentato la CILAS, per gli altri il credito si può assorbire solamente con le detrazioni fiscali ordinarie. Detrazione che quindi si recupera sotto forma di compensazione fiscale e proprio in base alla cosiddetta capienza fiscale del contribuente. Si tratta di quella che a tutti gli effetti può essere considerata capacità fiscale. Ovvero la capacità di recuperare soldi sulle tasse pagate, se queste sono state pagate a sufficienza. Perché chi considera una detrazione come un “regalo”, sbaglia. Detrazione significa usare una spesa sostenuta per pagare, in percentuale, meno tasse. E dal momento che le dichiarazioni dei redditi sono riferite all’anno di imposta precedente, si tratta di tasse già pagate.

Gli incapienti e le detrazioni perse per sempre sui bonus edilizi

Inevitabile parlare degli incapienti. Infatti c’è chi non ha pagato le tasse perché non doveva versare nulla al fisco. O c’è chi ha altre detrazioni da recuperare oltre ai bonus edilizi. Situazioni queste che lo fanno finire con cifre di credito di imposta superiori alle imposte pagate l’anno precedente. In questi casi si perde il teorico rimborso spettante. E lo si perde in maniera definitiva. Perché ciò che si lascia un anno, non si recupera l’anno successivo.