In occasione dell’8 marzo 2017 abbiamo parlato delle differenze di stipendio tra uomo e donna che purtroppo ancora esistono. Il peso della busta paga non è lo stesso ma le cose potrebbero cambiare se anche l’Italia si adattasse alla normativa islandese. L’Islanda infatti sta passando alla storia come il primo Paese al mondo che costringerà le aziende a dimostrare che i propri dipendenti di pari livello ricevano lo stesso stipendio indipendentemente dal sesso (e anche da altre forme di discriminazioni legate alla nazionalità o alla religione anche se quelle di genere sono statisticamente le più comuni).

Diseguaglianze sociali in busta paga sono fortemente limitate ad oggi in Svizzera e Minnesota ma la novità tutta islandese sta nel fatto che sulle imprese graverà l’obbligo di certificazione. Fiero dell’iniziativa il ministro per l’uguaglianza e gli affari sociali Thorsteinn Viglundsson, “è il momento giusto per fare qualcosa di radicale. Dobbiamo fare in modo che gli uomini e le donne godano di pari opportunità sul posto di lavoro. È nostra responsabilità prendere tutte le misure per raggiungere questo obiettivo“.

Perché in Italia non si può arrivare ad una simile posizione drastica e definitiva? Sicuramente va fatto notare che le lavoratrici donne islandesi hanno fatto sentire la loro voce: ad ottobre migliaia di dipendenti di sesso femminile in tutta la nazione hanno abbandonato il posto di lavoro alla stessa ora (esattamente alle 2:38) per protestare contro la differenza di paga rispetto agli uomini e questo tenendo conto che l’Islanda è uno dei Paesi in cui vige la parità di genere. Tra le altre misure già attuate in Islanda ci sono ad esempio le quote per la partecipazione femminile nei comitati governativi e nei consigli di amministrazione.