Nel Programma Difesa del M5S di cui si parla negli ultimi post del blog di Grillo c’è anche un riferimento alle spese per il personale, vale a dire gli stipendi dei militari. Sta facendo il giro del web, non senza strumentalizzazione, un post a firma Toni De Marchi, giornalista esperto di tematiche militari, che ha puntato il dito contro la “casta dei militari”: una “delle caste più organizzate, più potenti, ma anche più invisibili, nel senso che spesso i militari, i poliziotti, i carabinieri, hanno privilegi che sfuggono alla maggior parte dell’opinione pubblica, a differenza di ciò che accade con altre categorie.

Il risultato è una spesa eccessiva rispetto a quella che dovrebbe essere salutare e fisiologica”. Facendo due conti: “oggi per gli stipendi delle forze armate si spende oltre il 70%, quasi il 75% del bilancio della Difesa. Gli esperti internazionali parlano di un equilibrio al 50% della spesa del personale: noi siamo completamente fuori. Tutto ciò ha motivi storici: le forze armate italiane sono state per decenni forze armate di guarnigione, gente non faceva nulla se non presidiare il confine est-nord-est in attesa dell’invasione russa, una specie di Fortezza Bastiani dove l’unica cosa importante era difendere le proprie retribuzioni e i propri privilegi. Non voglio negare che le forze armate e le forze di polizia facciano anche un lavoro molto impegnativo e a volte poco visibile, però questo non significa che ci debbano essere privilegi assurdi”.

La spending review quindi dovrebbe coinvolgere, secondo questa analisi, anche gli stipendi dei militari. Al termine dell’analisi un post scriptum spiega che si tratta di una posizione personale non corrispondente a quella ufficiale del Movimento 5 Stelle, sebbene fornita da un esperto in materia e quindi degna di essere presa in considerazione: “Dire che i militari siano una casta è un’affermazione fuori da ogni logica e che non ci appartiene.

All’interno delle Forze Armate sussistono dei sistemi di privilegi che abbiamo sempre denunciato, ma che non riguardano e non hanno mai riguardato i militari in sé, se non specifici alti comandanti e particolari processi vicini alla vecchia politica. Al contrario, i militari, che ogni giorno impiegano risorse, impegno ed energie in difesa del Paese e per la nostra sicurezza, sono le prime vittime di queste sacche di potere che internamente continuano a comprimere la base. Questa è la posizione ufficiale del M5S, ribadita in più occasioni. Le parole espresse dall’esperto, come già precisato in altre circostanze, rappresentano dunque le sue libere opinioni personali e non quelle del M5S. Nella fattispecie, anche il confronto con le retribuzioni erogate ai professori ci risulta privo di qualsiasi senso, visto che ogni professione merita di essere guardata con rispetto e dignità, specie quella dei nostri militari.”

Programma Difesa: cosa prevede il Movimento 5 Stelle sul riordino delle carriere

Vero è che il Programma Difesa 5 Stelle, per quanto concerne le risorse umane impiegato nel comparto sicurezza, prevede un’ottimizzazione del personale. Al contempo però si concentra l’attenzione anche sui diritti dei militari: come ha spiegato presidente Assodipro (Associazione Solidarietà Diritto e Progresso), il quesito che sarà proposto agli iscritti, riguarderà l’equiparazione dei diritti dei militari con quelli dei lavoratori del settore civile.