Ancora pochi giorni e scade la prima rata della rottamazione delle cartelle. Infatti anche se effettivamente la prima rata del piano di rateizzazione, e anche la rata unica, sono scadute già il 31 ottobre 2023, ai contribuenti l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha concesso cinque giorni di tolleranza. In pratica, a tutti gli effetti la scadenza della rottamazione quater per la quale i contribuenti hanno presentato domanda entro il 30 giugno scorso, scade il 5 novembre. E quel giorno che si avranno i primi esiti della riuscita di questa nuova sanatoria del governo.

Per questo tutti gli addetti ai lavori stanno iniziando a manifestare la necessità di posticipare la scadenza ben oltre il 5 novembre.

Slitta la scadenza della rottamazione delle cartelle? Ecco la verità

Una cosa che sarebbe sarebbe gradita anche a molti nostri lettori che manifestano la difficoltà nel completare i pagamenti per le scadenze prefissate. Uno di questi spera che l’ipotesi proroga, che resta tale, alla fine diventi definitiva.

“Buonasera, vi chiedo cortesemente di spiegarmi se qualcosa è cambiato per le scadenze della rottamazione delle cartelle. Ho sentito dire infatti che ci sono delle possibilità che quanto meno la seconda rata in scadenza il 30 novembre sia posticipata. Premetto che io non sono riuscito ancora a pagare la prima rata nonostante questa sia scaduta il 31 ottobre. Conto infatti di provvedere entro il cinque novembre dal momento che c’è una tolleranza di cinque giorni. Purtroppo per via di debiti pregressi abbastanza ingenti, la prima rata supera abbondantemente i 1.000 euro. Non capisco come si è fatta questa sanatoria che mi costringe a versare la prima rata entro il 5 novembre e la seconda rata entro il 5 dicembre. Dal momento che pure la seconda rata è così elevata, contavo su una eventuale magnanimità da parte del Governo. Voi cosa mi dite?”

Una sanatoria nata male, ecco perché e cosa si chiede adesso al Governo

Effettivamente ciò che ci dice il nostro lettore è l’assoluta verità perché la sanatoria delle cartelle meglio conosciuta come rottamazione quater ha delle evidenti anomalie.

Una misura che tutto ha fatto tranne che alleggerire i contribuenti. Anzi, a dire il vero la rottamazione degli sconti li ha offerti, solo che ha concesso dei piani di pagamento davvero complicati da portare a compimento. Infatti sono state concesse rate fino al numero massimo di 18. Si tratta di rate trimestrali fino al 2027 ed a scadenze prefissate ogni fine febbraio, maggio luglio e ottobre di ciascun anno.

Il problema grosso però è che le prime due rate dovevano coprire interamente il 20% del debito complessivo. E il nostro vettore è uno dei tanti che si trova con due rate a scadenza ravvicinata di importo piuttosto rilevante. Questo è il problema maggiore che i contribuenti stanno incontrando per quanto riguarda la sanatoria.

Rottamazione cartelle esattoriali, ecco come dovrebbe essere la scadenza della seconda rata

È un problema questo largamente riconosciuto anche dall’associazione dei commercialisti che stanno chiudendo a gran voce quanto meno il posticipo della seconda rata del piano. parliamo quindi di quella in scadenza il 30 novembre. La rottamazione delle cartelle del 2023, è la quater. Infatti sono già 4 le versioni della sanatoria che sono state introdotte in questi anni. E le precedenti non hanno funzionato tanto. I governi usano la rottamazione come voce attiva di bilancio.

Infatti quando vengono varate queste misure, si conta di incassare un certo numero di soldi. Ma spesso i contribuenti usano la rottamazione come soluzione per prendere tempo, finendo con il non riuscire a pagare le rate nonostante siano state concesse. E in altri casi, come accadrà senza dubbio con la rottamazione quater, ci saranno contribuenti che non potranno onorare il pagamento perché troppo alto. Per questo si chiede la proroga della seconda rata.

Per il momento scadenze confermate

C’è da scommettere che degli oltre tre milioni di contribuenti che hanno presentato domanda di adesione alla definizione agevolata quest’anno, moltissimi non pagheranno nemmeno la prima rata. E molti altri pagheranno la prima, ma si fermeranno alla seconda. Perché come detto sono due rate che devono coprire, ognuna, il 10% del debito complessivo. Troppo, oggettivamente, per credere che la rottamazione finisca con un successo. Ecco perché anche gli addetti ai lavori chiedono il posticipo della seconda rata. Che dovrebbe essere portata se non al 20 dicembre, quanto meno alla fine del mese di novembre. Perché andrà a finire come al solito, con qualche contribuente che pagherà una rata e non proseguirà con i versamenti. E con altri che non pagheranno per niente, nemmeno la prima scadenza.