Parla loro con tenerezza. Lascia che ci sia gentilezza sul tuo volto, nei tuoi occhi, nel tuo sorriso, nel calore del nostro saluto. Abbi sempre un sorriso allegro. Non dare solo le tue cure, ma dai anche il tuo cuore“, affermava Madre Teresa Di Calcutta. Non bastano le semplici parole per riuscire ad aiutare gli altri. È bensì necessario prendersi cura di loro e soprattutto sorridere. Tale gesto, d’altronde, è importante perché fa bene sia a se stessi che alle persone che ci circondano.

Un modus vivendi che riguarda sia le relazioni sociali che quelle economiche. Lo sanno bene i tanti lavoratori di oggi che temono di diventare i poveri pensionati di domani, che ogni giorno si rimboccano le maniche pur di portare a casa i soldi necessari per pagare i vari beni e servizi di cui necessitano. Fortunatamente non per tutti il futuro sembra essere nero, con due settori in particolare che possono sorridere. Ecco di quali si tratta.

Simulazione pensione, due settori sorridono

Le pensioni finiscono spesso al centro delle polemiche per via degli importi particolarmente bassi, tanto da rivelarsi inadeguati a soddisfare le esigenze dei soggetti interessati. Se tutto questo non bastasse le prospettive per il futuro sembrano essere alquanto negative, con gli attuali lavoratori destinati a portare a casa trattamenti pensionistici dall’importo davvero molto esiguo. Soltanto determinate categorie potranno beneficiare di pensioni più alte. È quanto si evince da uno studio della Corte dei Conti che, prendendo in considerazione i dati Inps, ha fatto il punto della situazione delle posizioni previdenziali dei quarantenni che alla fine del 2020 avevano un lavoro e rientrano in un regime contributivo.

Ben undici i profili al centro dell’attenzione. Ovvero: lavoratori e lavoratrici dipendenti privati, lavoratori del comparto sanitario, del comparto Stato, scuola e Forze armate. Ma non solo, anche mobilitati e disoccupati, lavoratori autonomi artigiani, commercianti, coltivatori diretti e lavoratori autonomi parasubordinati.

Soffermandosi su queste categorie la Corte dei Conti ha riscontrato delle situazioni molto disomogenee.

Entrando nei dettagli solo due comparti possono guardare al futuro con serenità, ovvero Sanità e Forze armate. Per quest’ultimi il montante contributivo in essere, tenendo in considerazione i contributi maturati alla fine del 2020, è pari mediamente a circa 235 mila euro. Per coloro che lavorano nell’ambito della sanità, invece, supera quota 178 mila euro. Diversa la situazione per gli altri lavoratori, con circa il 41% di essi che registra una retribuzione lorda inferiore a 20 mila euro. Di questi la maggior parte sono giovani che, salvo interventi correttivi, rischiano di vedersi corrispondere in futuro pensioni dall’importo inferiore a ottocento euro – mille euro.

L’importanza di garantire pensioni adeguate a tutti i lavoratori

Dati allarmanti che dimostrano come sia importante l’attuazione di interventi ad hoc volti a garantire pensioni adeguate a tutti i lavoratori. A tal proposito secondo la Corte dei Conti non è necessaria una riforma radicale del sistema previdenziale. È necessario a suo avviso modificare la legge Fornero, provvedendo a rilanciare alcune misure in grado di garantire la massima flessibilità di uscita, come ad esempio l’Ape sociale. Stop, invece, alla proroga di misure come quota 103 e quota 41 che secondo la Corte di Conti porterebbero effetti negativi. Il condizionale comunque resta d’obbligo. Bisogna attendere, infatti, le prossime mosse del governo per vedere quali misure verranno messe in campo per cercare di garantire a tutti i lavoratori delle pensioni adeguate.