Sai che cambiare lavoro potrebbe farti perdere il diritto alla pensione anticipata? Optare per un nuovo impiego, quando possibile, offre vari benefici. Ad esempio, potresti mirare a uno stipendio più elevato grazie a un’offerta migliore. Anche motivi di salute, sia personali che familiari, possono giustificare un cambio.

Alleggerire il carico di lavoro, soprattutto per chi è più anziano, è un’altra valida ragione. Lo stesso vale per posizioni con orari flessibili, che permettono di dedicarsi di più alla famiglia. Tuttavia, il tipo di lavoro influisce sul calcolo e sui diritti pensionistici.

Un cambio di carriera può quindi rivoluzionare i piani pensionistici precedentemente stabiliti.

“Buonasera, mi chiamo Renato ed ho appena ricevuto la ricezione della mia domanda di pensione con l’APE sociale. Non sono invalido, non faccio il caregiver e non sono disoccupato. Per questo ho chiesto l’APE come lavoratore del settore trasporti. Ho fatto sempre il camionista. Mi dicono però che anche se ho compiuto già 63,5 anni di età e ho appena completato i 36 anni di contributi, non rispetto il vincolo della durata del lavoro da camionista. Io dal 2020, per via del COVID, mi sono licenziato e ho scelto di cambiare mestiere. Infatti faccio il magazziniere. Sapevo che per l’APE sociale il lavoro gravoso doveva essere stato svolto per la metà della vita lavorativa. Io ho fatto il camionista per oltre 30 anni ma a quanto pare non basta. Secondo voi posso fare ricorso?”

Si rischia la pensione se sul finire della carriera si cambia lavoro

Gli effetti del lavoro seguono un contribuente anche in pensione. Così, cambiare attività può influire notevolmente sulla pensione futura, sia in termini di importo che di diritti. Scegliere un lavoro con stipendio inferiore riduce la pensione, dato che gli stipendi sono cruciali anche nel sistema contributivo.

Contrariamente a quanto alcuni credono, gli stipendi sono importanti non solo nel sistema retributivo.

Le pensioni retributive, basate sulle ultime annualità di salario, dipendono dagli stipendi a fine carriera. Allo stesso modo, un salario più alto fa accumulare più contributi pensionistici. L’aliquota del 33% è fissa, quindi versare il 33% su 2.000 euro è diverso da farlo su 1.500 o 3.000 euro.

Tuttavia, il cambio di lavoro può anche influire negativamente sul diritto alla pensione, ma non sempre. Fortunatamente, alcune scelte lavorative potrebbero escludere dal diritto a una pensione anticipata, come nel caso del nostro lettore.

Come funziona l’applicazione del lavoro gravoso e di quello usurante per la pensione anticipata

Per l’accesso alle pensioni agevolate, come l’APE sociale e la quota 41 per lavori gravosi, i requisiti sono rigorosi. Bisogna aver svolto un lavoro gravoso per 7 degli ultimi 10 anni di carriera, o, in casi eccezionali, per 6 degli ultimi 7 anni. Se un lavoratore, come il nostro lettore, cambia impiego a 60 anni per uno meno gravoso, potrebbe non soddisfare il criterio dei 7 anni negli ultimi 10.

Il calcolo parte dall’anno di richiesta dell’APE sociale o quota 41, richiedendo una verifica a partire dal 2014. Il nostro lettore, camionista fino al 2020 e poi magazziniere, copre solo 6 anni di lavoro gravoso negli ultimi 10. Così, l’INPS ha legittimamente respinto la sua domanda, seguendo la legge.

Ecco le regole da rispettare per andare comunque in pensione anticipata

Per ottenere la pensione per lavori usuranti, è necessario aver svolto tali attività per 7 degli ultimi 10 anni o per metà della vita lavorativa. Anche se il nostro lettore non rientra in questa categoria, se fosse stato autista di mezzi pubblici fino al 2020, avrebbe maturato il diritto alla pensione per usuranti.

Questo perché, nonostante il cambio di lavoro negli ultimi 4 anni, avrebbe coperto almeno metà della sua vita lavorativa come autista. È importante ricordare, valido sia per l’APE sociale che per la quota 41 per i precoci, che il lavoro usurante o gravoso non deve necessariamente essere stato svolto fino alla data di presentazione della domanda di pensione, ma può esserlo stato anche in passato, purché entro i limiti temporali precedentemente descritti.