Che fine farà quota 41 con la riforma delle pensioni? Il Governo confermerà e migliorerà la misura oppure quota 41 verrà del tutto abrogata.

Ecco le possibili prospettive di riforma.

Quota 41. La situazione attuale

Quota 41 è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci), si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione (Fonte portale INPS).

Per accedere a quota 41 è necessario trovarsi in una delle seguenti condizioni:

  • stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi;
  • invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile;
  • coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • aver svolto attività particolarmente faticose e pesanti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67 (attività usurante di cui al decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 19 maggio 1999, addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo);
  • ecc.

Il requisito contributivo di 41 anni può essere perfezionato, anche con il c.

d. cumulo contributivo, legge 24 dicembre 2012, n. 228.

Quota 41. Le richieste dei sindacati e le prospettive di riforma

La riforma delle pensioni è un obiettivo del Governo che dovrà trovare posto nel Documento di Economia e Finanza (DEF) da presentare entro il 10 di aprile alla Camere.

L’attuale crisi economica dovuto al conflitto Russia-Ucraina, ha un pò messo in secondo piano il confronto Governo-Sindacati.

La prima mossa che potrebbe essere fatta dal Governo è quella di confermare le misure ad oggi in essere, dunque:

  • quota 102;
  • opzione donna;
  • Apes sociale;
  • quota 41.

Su quota 41, sembra che il Governo abbia non abbia ancora preso una decisione precisa.

La conferma o la rivisitazione delle misure attualmente in essere, deve essere coordinata con le esigenze di bilancio. I sindacati chiedono un’uscita anticipata dal mondo del lavoro, senza tagli sull’assegno pensionistico; tuttavia la priorità del Governo è quella di garantire la sostenibilità del sistema, cosa che può essere raggiunta solo rispettando i vincoli di bilancio.

Dunque, è bene essere realisti nel crearsi delle aspettative di riforma, la quale, quasi sicuramente, si caratterizzerà per l’attuazione di interventi mirati senza stravolgere l’attuale quadro normativo.

Vedremo come si evolverà la situazione.