“Un bambino appena nato. Un batuffolo di luce lanciato dalle stelle più lontane. E dentro ci sono già le leggi della vita, le formule segrete della meraviglia e le prime chiavi per aprire le forme del mondo“, afferma Fabrizio Caramagna. Ancora prima di nascere i figli stravolgono la vita dei loro genitori, pronti ad accogliere un piccolo esserino in grado di donare amore e felicità. A partire dal primo vagito passando per i primi passi fino ad arrivare all’inizio della scuola materna, sono tanti i momenti che segnano il meraviglioso periodo dell’infanzia.

Piccoli e indifesi, i bambini sono in grado di donare grande gioia a tutti quanti con un semplice sorriso. Pronti a diventare gli adulti di domani, sono così piccoli e indifesi che necessitano di essere accuditi e sostenuti da noi adulti.

Non basta garantire loro una corretta alimentazione o vestiti sempre al top. È bensì necessario trascorrere con loro più tempo possibile. Quel tempo che sembra essere per molti un vero e proprio tiranno per via dei vari impegni quotidiani. Quest’ultimi possono purtroppo trasformarsi in un vero e proprio stato di stress, tanto da rischiare di perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Una condizione che può portare a dover fare i conti con situazioni tragiche, la sindrome del bambino dimenticato. Diversi i casi registrati negli ultimi anni, per cui il Governo ha deciso di intervenire introducendo l’obbligo del seggiolino anti abbandono. Ecco cosa prevede la normativa vigente.

Seggiolino anti abbandono: cosa dice la legge

Un momentaneo deficit di attenzione e memorizzazione sembra essere la causa della sindrome del bambino dimenticato. Diversi, purtroppo, i casi registrati nel corso degli ultimi anni, con conseguenze spesso drammatiche. Onde evitare che casi di questo tipo si ripetano il Governo ha deciso di intervenire con misure ad hoc, come ad esempio l’introduzione, per legge, dell’obbligo del seggiolino anti abbandono per bimbi fino ai quattro anni di età.

Il funzionamento di questi dispositivi è pressoché sempre lo stesso, ovvero vi è un sensore che rileva il peso del bimbo. Finché l’auto è in movimento non si aziona. Nel momento in cui il mezzo si ferma, se il sensore rileva ancora il peso del bambino scatta l’allarme acustico. Entrando nei dettagli, come stabilito dalla legge numero 117 del 1° ottobre 2018, denominata “Introduzione dell’obbligo di installazione di dispositivi per prevenire l’abbandono di bambini nei veicoli chiusi”, meglio conosciuta come “legge salva bebè”:

“Il conducente dei veicoli delle categorie M1, N1, N2 e N3 immatricolati in Italia, o immatricolati all’estero e condotti da residenti in Italia, quando trasporta un bambino di età inferiore a quattro anni assicurato al sedile con il sistema di ritenuta di cui al comma 1, ha l’obbligo di utilizzare apposito dispositivo di allarme volto a prevenire l’abbandono del bambino, rispondente alle specifiche tecnico-costruttive e funzionali stabilite con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”.

Nel caso in cui non si rispetti tale obbligo si rischia di incorrere in sanzioni particolarmente pesanti. Ovvero una multa a partire da 81 euro  euro e perdita di 5 punti sulla patente. Se nell’arco di due anni l’automobilista viene beccato a commettere la stessa infrazione per ben due volte, rischia la sospensione della patente da quindici giorni a due mesi. Previste multe particolarmente pesanti anche in caso di alterazione del funzionamento dei dispositivi anti abbandono.