“Salve, scrivo perché ho ricevuto la seconda mensilità del reddito di cittadinanza e l’importo caricato sulla carta è di circa 100 euro in meno rispetto al mese scorso. Può essere stato un errore? Altrimenti a cosa si deve?”

Ci siamo occupati più volte dell’importo del reddito di cittadinanza, in particolare di come viene calcolato, regole ed eccezioni.

Il caso che il lettore ci ha proposto è anomalo, anzi così interpretato appare impossibile. L’importo del reddito di cittadinanza, infatti, non è accreditato arbitrariamente e in maniera cosi variabile.

Che cosa può giustificare questi cambiamenti?

In mancanza di altri riferimenti cerchiamo di avanzare alcune ipotesi.

Reddito di Cittadinanza: quando spettano gli arretrati?

Il decreto 4/2019 ha stabilito che il sussidio decorre dal mese successivo a quello della richiesta. In altre parole, se l’esito Inps è positivo e la domanda viene accolta, il beneficiario inizierà a percepire il sussidio economico dal mese seguente a quello in cui ne ha fatto domanda. I primi che hanno fatto domanda ad inizio marzo hanno ricevuto l’accredito a fine aprile. Se, per motivi non addebitabili al richiedente, le tempistiche della valutazione sono state più lunghe, potrebbe essere lecito pensare che nella prima mensilità gli erano stati accreditati gli arretrati.

A confermare questa possibilità è stato anche Inps per la Famiglia, la pagina Facebook dell’ente previdenziale in risposta ad alcune richieste di chiarimento circa questa possibilità.

Importo Reddito di Cittadinanza decurtato: come si calcola la percentuale che viene meno?

Sebbene non dovrebbe essere questo il caso visti i tempi e gli importi, in un’analisi generale della possibile riduzione dell’importo del reddito di cittadinanza non si può non tenere conto di un altro possibile scenario. La regola, infatti, vuole che tutto l’importo del RdC sia speso entro il mese successivo all’accredito. Se questo non accade, il 20% della cifra residua sarà oggetto di decurtazione dalla “ricarica” del mese successivo.

Facciamo un esempio: se una persona ha diritto a 600 euro e ne spende 500, il mese successivo gli saranno accreditati 580 euro, ovvero 600 – 20 (che corrisponde al 20% dei 100 euro non spesi nel mese precedente).