Per i contribuenti italiani è tempo di riforma fiscale. Tra i tanti impegni che il governo Meloni ha da completare, c’è anche questa riforma. La legge Delega sembra pronta, con due grandi e importanti provvedimenti per i contribuenti. Cambieranno probabilmente le aliquote IRPEF, ci saranno anche delle migliori possibilità di pagare a rate le cartelle esattoriali, ma non finisce qui. Infatti cambieranno anche le regole sull’acconto IRPEF di novembre. Almeno stando alla bozza del disegno di legge. Oggi ci focalizziamo proprio sulle modifiche all’acconto IRPEF di novembre.

Perché molti lettori ci scrivono, con domande simili a quelle sotto riportate.

“Salve, sono un commerciante, e a novembre dovrei versare 1.900 euro di acconto IRPEF. Posso rimandare se ormai pare scontato che lo faranno slittare a gennaio e si potrà pagare a rate?”

“Cosa mi consigliate di fare con il mio acconto IRPEF di novembre? La mia commercialista mi ha già dato i modelli F24. Sto pagando mese per mese ma la rata di novembre è un salasso autentico. La riforma fiscale farà slittare i versamenti. Ma se viene approvata dopo la scadenza del 30 novembre noi come facciamo?”

Secondo acconto IRPEF a novembre si paga o no? Ecco le ultime dalla riforma fiscale

Il meccanismo dell’IRPEF per le partite IVA è chiaro. Oggi questi contribuenti versano con un meccanismo di acconto e saldo. Quando l’acconto è più alto di 257,52 euro viene suddiviso in due rate. Una soluzione di favore per i contribuenti, ma che come ci dicono i lettori, a volte a novembre si trasforma in un salasso.
Il 40% si versa con la prima rata e l’operazione va fatta entro il 30 giugno. La seconda rata pari al 60% invece si versa entro il 30 novembre.
Ed è proprio la rata di novembre ciò che il governo si accinge a cambiare. Perché dal versamento in unica soluzione ed entro la fine del mese di novembre, si passerà probabilmente al versamento in rate a partire da gennaio 2024.

Ma solo per partite IVA che hanno un fatturato al di sotto di 500.000 euro.

Sembra che il meccanismo sarà basato su sei rate da gennaio a giugno.

Entro il 30 giugno i contribuenti versano il saldo IRPEF per l’anno precedente e l’acconto per l’anno in corso con la formula 40% prima citata. Poi si passa all’acconto di novembre che milioni di contribuenti criticano perché oggettivamente si tratta di pagare le tasse in anticipo. Il Fisco pretende rate anticipate su un fatturato non certo perché si riferisce all’anno successivo. Ecco perché il governo sta pensando a questa novità. Rendere più equo il versamento delle tasse, questo l’obiettivo. perché spostando i pagamenti all’anno di produzione dei fatturati, si pagherebbe effettivamente quanto si deve.

Riforma fiscale: il provvedimento arriverà prima della scadenza del 30 novembre? I rischi ci sono

Rimandare l’acconto di novembre si può? Secondo esponenti del governo si farà in tempo a normare il tutto.
Ciò che va detto subito è che il provvedimento non è ancora ufficiale. Perché la riforma del Fisco non è ancora ultimata. Quindi, leciti i dubbi. Una situazione questa, che porta molti contribuenti a domandarsi cosa fare. Perché se non si paga la rata di novembre e poi tutto resta come oggi, si dovranno versare sanzioni, anche se ridotte dai ravvedimenti.

Resta il fatto che il leghista Alberto Gusmeroli, attuale presidente della commissione Attività produttive alla Camera dei Deputati, da settimane da per certo il tutto. E ha promesso che le comunicazioni saranno prodotte con largo anticipo rispetto alla scadenza del 30 novembre. Bisogna solo attendere, quindi. Se prima del 30 novembre tutto sarà ufficializzato, allora i contribuenti potranno non tenere in considerazione il pagamento dell’acconto di novembre.

Altrimenti diventa una specie di scommessa, in attesa che tutto sia messo nero su bianco e ufficializzato.