Bisogna che il governo si adoperi per trovare sorgenti di lavoro, per fare in modo che tutti gli italiani abbiano una occupazione. Questo è quello che deve fare il governo, questo è quello che deve fare il parlamento“, affermava Sandro Pertini. Parole che dovrebbero diventare il mantra di ogni nazione. Soltanto agevolando l’accesso al mondo del lavoro, infatti, è possibile permettere alle famiglie di diventare finanziariamente indipendenti.

Un circolo vizioso che richieda la disponibilità di denaro da parte delle famiglie per fare in modo che quest’ultime possano acquistare i vari prodotti e servizi messi a disposizione delle aziende.

Quest’ultime, a loro volta, hanno bisogno di vendere quanto da loro proposto nel mercato, per avere i soldi necessari a soddisfare le proprie esigenze e adempiere ai propri dovere, come ad esempio pagare le tasse.

Manovra 2023: i nuovi requisiti regime forfettario

Grazie alla Legge di Bilancio 2023 l’esecutivo Meloni ha introdotto dei nuovi requisiti per accedere al regime forfettario. A partire dal prossimo anno, infati, il tetto massimo dei ricavi e dei compensi percepiti aumenta da 65 mila euro a 85 mila euro. Su tali importi sarà applicata l’imposta sostitutiva pari al 15%. La percentuale scende al al 5% per i primi cinque anni di attività. Nel caso in cui si superi la soglia di 85 mila euro verrà applicata la flat tax fino a un massimo di 100 mila euro. Oltrepassata tale soglia si esce in modo automatico dal regime forfettario.

Se rientri nei nuovi limiti ti conviene fare il passaggio?

Considerando i nuovi requisiti previsti per il 2023, conviene fare il passaggio al nuovo regime forfettario oppure restare nel sistema ordinario? Ebbene, il ridotto carico fiscale e la scarsa presenza di adempimenti rendono il regime forfettario particolarmente interessante. Nel regime forfettario il reddito viene determinato applicando uno specifico coefficiente all’ammontare di ricavi o compensi conseguiti.

I costi sostenuti, invece, non sono deducibili.

Entrando nei dettagli il regime forfettario potrebbe rivelarsi non adatto nel caso in cui si tratti di un’attività che comporta costi elevati, perché il coefficiente applicato potrebbe risultare non sufficiente a coprire le spese. Ne consegue che chi ha già sostenuto spese elevate, difficilmente opterà per il forfettario. Nel caso in cui si registri il passaggio dal regime ordinario a quello forfetario, inoltre, bisogna rettificare l’Iva già detratta negli anni in cui si sia applicato il regime ordinario.

Stabilire a priori se sia più conveniente il sistema ordinario o il forfettario, comunque, non è possibile. A rivestire un ruolo fondamentale in tale ambito, infatti, sono le proprie esigenze personali e i costi della propria attività. Una volta presi in considerazione i vari pro e contro è possibile optare per la soluzione più idonea alle proprie esigenze.