Sconto in fattura e blocco cessione del credito. Da quando il Governo ha attuato marcia indietro sulle agevolazioni inerenti edilizia ed edilizia libera riceviamo decine e decine di email dai nostri lettori che si trovano a dover fronteggiare grossi disagi di natura economica a causa dei lavori intrapresi. E, a volte, anche a causa di quelli non ancora intrapresi. Abbiamo selezionato, tra le tante ricevute, la domanda di un cittadino che sta affrontando un problema legato allo sconto in fattura relativo a lavori di edilizia libera.

Vediamo di cosa si tratta.

La situazione del nostro lettore

“Vi espongo la mia attuale situazione per alcuni lavori edili che devo fare sulla mia casa. E spero mi possiate dare una mano. Ho stipulato il contratto di appalto con l’impresa ad inizio di ottobre 2022. Si tratta di lavori in edilizia libera per i quali dunque non è necessaria alcuna CILA. L’impresa stessa è venuta a fare il sopralluogo a casa dopo la metà di ottobre. A novembre 2022 l’impresa stessa ha preteso che pagassi tutto l’importo dei lavori. Così ho fatto. La cosa mi è convenuta in quanto mi ha applicato lo sconto in fattura.

Il contratto di appalto dice espressamente che “i lavori iniziano con il sopralluogo e saranno conclusi entro 180 giorni”. Ho anche il documento che attesta la data in cui il sopralluogo fu fatto. Un documento datato e firmato. Fatto sta che ad oggi, 9 marzo 2023, i lavori non ancora sono iniziati. E non sono iniziati perché l’impresa non vuole. In pratica l’impresa stessa mi dice che per iniziare i lavori devo pagare un sovraprezzo in quanto lei non è più sicura di poter cedere il credito che deriva dallo sconto in fattura applicatomi a novembre su tutti i lavori che dovrebbe fare. In pratica, adesso, io mi trovo con i lavori pagati e l’impresa che non inizia il lavori.

E’ lecita una cosa di questo genere?”

La fine dello sconto in fattura e cessione del credito

Il caso esposto dal nostro lettore è un’altra diretta conseguenza degli sviluppi normativi che ci sono stati negli ultimi tempi. Da ultimo lo stop alla cessione del credito e sconto in fattura deciso dal Governo con il decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023.

Con tale decreto, si è deciso di non dare più la possibilità ai committenti di optare per lo sconto o la cessione nei bonus casa. Più nel dettaglio: NON si potrà esercitare più l’opzione se trattasi di lavori il cui titolo abilitativo risulta presentato dopo il 16 febbraio 2023.

Nel caso di tratti di lavori in edilizia libera (cioè quelli per i quali non serve alcun permesso), allora lo sconto in fattura o cessione del credito NON si potranno più fare per i lavori iniziati dopo il 16 febbraio 2023.

Laddove sono lavori su parti comuni condominiali, non è più ammessa l’opzione se la delibera di approvazione ha data successiva al 16 febbraio 2023.

Se l’impresa non riesce a cedere il credito non è colpa del committente

Il lettore, da quanto esposto, rientra nella casistica dell’edilizia libera. Quindi, significa che lo sconto in fattura o cessione del credito è ancora ammessa per quei lavori che risultano iniziati prima del 16 febbraio 2023.

E nel caso in oggetto il tutto è anche dimostrabile. In primis c’è la fattura dell’impresa con il relativo bonifico datato novembre 2022. Inoltre la data inizio lavori è attestata dal sopralluogo avvenuto ad ottobre 2022. Il contratto, infatti, dice che “i lavori iniziano con il sopralluogo…”. Di conseguenza è certo che la data inizio lavori è prima del 16 febbraio 2023.

Pertanto, l’operazione di sconto in fattura applicata dall’impresa NON è assolutamente recriminabile, e se l’impresa oggi non riesce a cedere il credito che ha maturato a fronte dello sconto applicato al lettore, non è un problema di quest’ultimo.

Non è certamente una bella mossa quella dell’impresa di voler far ricadere il danno sul lettore chiedendogli di pagare un sovraprezzo ai lavori per questo disagio che si è creato.

Siamo di fronte a un qualcosa ai limiti dell’illecito bello e buono. Ma d’altronde erano da aspettarsi questi (e altri) tipi di comportamento dopo la decisione del Governo che ha mandato tutti in tilt .

A nostro avviso, se il lettore non riesce a risolvere bonariamente la cosa con l’impresa, ha tutte le carte in regola per adire a vie legali.