E’ fissato al 3 febbraio 2022 un nuovo incontro Governo-Sindacati per discutere i punti sulla riforma pensioni.

Altra data da segnalare è quella del 7 febbraio prossimo quando le parti politiche saranno chiamate a fare il punto della situazione sulla strada intrapresa, in modo tale da definire gli obbiettivi da inserire nel prossimo DEF (Documento di Economia e Finanza) e la tappe da percorrere per la riforma.

Uscita a 62 anni e contribuzione valorizzata tra le proposte per la riforma pensioni

Maggiore flessibilità per l’uscita del mondo del lavoro; una pensione basata anche su una contribuzione “valorizzata”; maggiore attenzione alla previdenza complementare e per le madri.

Queste le principali richieste dei sindacati.

Bisogna puntare su un sistema pensionistico che garantisca ai giovani di poter contare su un assegno dignitoso per la loro vecchiaia. Cosa questa che il mondo del lavoro attualmente non garantisce visto l’enorme precariato e visti anche stipendi pagati non molto elevati. Il rischio è quello che in futuro le generazioni di oggi si ritroverebbero un pensione molto bassa.

Tra le proposte dei sindacati:

  • possibilità di iniziare ad uscire dal mondo del lavoro all’età di 62 anni
  • pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi ed a prescindere dall’età anagrafica
  • riconoscimento, ai fini della maturazione dell’anzianità contributiva, anche dei contributi valorizzati, ossia di quegli anni o periodi della vita impiegati per corsi di formazione, cura della famiglie, compresi i periodi di disoccupazione.

Nella riforma pensioni, particolare attenzione si chiede anche alle donne. La richiesta è quella di inserire nel computo dei periodi contributivi anche quelli di maternità e il riconoscimento di uno sconto contributivo di 12 mesi per ogni figlio.

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