Così come un datore di lavoro deve versare i contributi per i propri dipendenti all’INPS, così un lavoratore autonomo deve versare i propri contributi sempre all’Istituto Previdenziale. Sia per un datore di lavoro che per i lavoratori in proprio il versamento di contributi INPS è una delle voci di spesa più pesanti dal punto di vista economico e gestionale dell’attività. E statisticamente sono davvero tanti i contribuenti che sono in ritardo con questo genere di pagamento. L’obbligatorietà dei versamenti all’INPS però è stabilita dalla normativa vigente che prevede anche sanzioni e interessi per chi paga in ritardo.

Ma ci sono soluzioni di privilegio e di salvaguardia per i contribuenti morosi che possano pagare in misura ridotta sanzioni e interessi per ritornare in regola con il pagamento dei contributi. 

“Gentile redazione, sono il titolare di un’azienda che ormai da anni barcolla e resta in piedi solo perché riesco a fare fronte alle spese erodendo i risparmi degli anni belli e con una concreta mano di aiuto dai miei familiari. Ho per un grosso problema con l’INPS al momento che ho diversi trimestri di ritardo nel versamento dei contributi previdenziali. In pratica sono debitore nei confronti dell’Istituto previdenziale. Man mano che passano i giorni so anche che questo mio debito cresce con l’aggiunta di sanzioni e interessi. Qualcuno però mi dice che ci sono delle normative che potrebbero farmi comodo dal momento che vorrei, sempre se trovo liquidità, pagare ciò che devo. Pare ci sia una riduzione proprio di sanzioni e interessi che mi darebbero una mano. È vera questa cosa?” 

L’INPS offre riduzioni di sanzioni e interessi sui contributi previdenziali non versati

L’INPS opera in maniera praticamente identica a qualsiasi altro ente pubblico, soprattutto quelli che hanno dei crediti nei confronti dei contribuenti.

In buona sostanza per l’ente pubblico è meglio incassare poco da un contribuente su cui si corre il rischio di non incassare nulla. Un giro di parole che spiega bene quello che andiamo ad affrontare oggi come argomento, che poi è quello che è il nostro lettore ci chiede. L’omesso o ritardato versamento dei contributi espone il trasgressore al versamento di somme sempre maggiori. Esistono normative di salvaguardia per i contribuenti indebitati nei confronti dell’Inps sui contributi previdenziali. In determinati casi, infatti, si possono pagare meno sanzioni e meno interessi di quelli che sono caricati sul debito contributivo.  

Contributi obbligatori e riduzione del dovuto 

Il mancato o ritardato rispetto dell’obbligo di pagamento dei contributi all’’INPS espone qualsiasi trasgressore al pagamento delle sanzioni e degli interessi. Ma spesso l’INPS riconosce delle sanzioni ridotte ai contribuenti morosi. Questa agevolazione però non è automatica ma devono essere gli stessi contribuenti morosi a richiederla. Naturalmente il taglio non riguarda i contributi previdenziali che per forza di cose, anche se in ritardo, devono essere pagati per intero. Lo sconto come dicevamo riguarda sostanzialmente soltanto le sanzioni e gli interessi applicati. Si tratta delle somme aggiuntive che vengono caricate sul corrispettivo da pagare nel momento in cui un contribuente ritarda o omette il versamento di una tassa, un tributo o anche dei contributi obbligatori.  

A chi vengono concessi gli sconti su interessi e sanzioni per omesso o ritardato pagamento dei contributi

Non tutti i contribuenti ritardatari nei pagamenti contributivi hanno diritto a questa forma di salvaguardia. Altrimenti saremmo qui a parlare di un condono o di una sanatoria. Possono godere di questa agevolazione i contribuenti che sono stati vittima, per quanto riguarda la loro attività lavorativa, di eventi particolari e improvvisi come le calamità naturali. Inoltre possono godere della agevolazione anche quei contribuenti che si trovano di fronte a situazioni di conversione o ristrutturazione o ancora di crisi aziendale.

In pratica i contribuenti che si trovano in una di queste condizioni, possono chiedere all’INPS di applicare le sanzioni ridotte dei debiti contributivi maturati e non ancora saldati. In questo caso però è necessario il nulla osta della Direzione Territoriale del Lavoro competente in materia. La Direzione infatti deve confermare per esempio lo stato di crisi attraversato da un’azienda che non ha versato i contributi proprio adducendo la crisi come motivazione di questo ritardo.  

Come funziona questo benefit per i morosi 

Per aziende in ritardo di diversi anni nel versamento dei contributi previdenziali obbligatori, la riduzione delle sanzioni e degli interessi può arrivare a massimo un anno. Ma solo nel caso in cui si tratti di aziende in crisi. È di due anni il periodo di osservazione per lo sconto sul versamento di cui può godere chi è alle prese invece con le ristrutturazioni aziendali o le riconversioni. Va sottolineato il fatto che nel caso in cui si richiede il pagamento rateale del debito all’INPS, l’agevolazione non può più essere goduta. Per presentare domanda bisogna recarsi all’ufficio territoriale dell’INPS competente oppure si può fare tutto on-line tramite l’area riservata del sito istituzionale.