Lavorare per Amazon, sogno o incubo? Il colosso online di nuovo nello scandalo e stavolta non per questioni fiscali: le testimonianze shock di alcuni dipendenti sfruttati, che hanno deciso di sfogarsi con i giornalisti New York Times, sono finite in un’inchiesta che sta facendo il giro del web.

Amazon, non è tutto oro quello che luccica

Amazon è una delle aziende di maggiore successo a livello internazionale: per la famosa società di e-commerce, valutata circa 250 miliardi di dollari, lavorano circa 150 mila persone, impiegate per soddisfare le esigenze di milioni di clienti.

Jeff Bezos, il suo fondatore e CEO, occupa il quinto posto della classifica Forbes dedicata agli uomini più ricchi del mondo.  

Il New York Times smaschera Amazon: il calvario dei dipendenti

NYT dichiara nella sua inchiesta di aver ascoltato più di 100 dipendenti o ex dipendenti di Amazon, in particolare nella divisione amministrativa. Non è la prima volta che girano voci sulla politica aziendale di Amazon (lo scorso anno un ex dipendente pubblicò il libro The Amazon Way) ma questa volta la portata dell’inchiesta ha carattere generale e di conseguenza più grande è anche il clamore suscitato. Ma cosa si legge nell’articolo del New York Times su Amazon? I dipendenti, stando alle testimonianze, sarebbe incoraggiati a lavorare senza rispettare un orario fisso e non di rado sono in ufficio anche fino a tarda sera o nei fine settimana. C’è chi dice di aver ricevuto email a mezzanotte, seguite da sms di sollecito per la risposta immediata. Durante l’orario di lavoro viene conteggiato anche il tempo passato in bagno. Ma non è solo una questione di orari: la competizione è spinta all’estremo e tutti sono tenuti ad esprimere feedback dei colleghi in maniera fin troppo schietta.

Quello che doveva essere un meccanismo meritocratico si è gradualmente trasformato in un fenomeno di isolamento al limite del mobbing. Pare che i dipendenti si adeguino al cd manifesto dei 14 valori dell’azienda: ossessione per il cliente, pensare in grande, essere curiosi, avere “la spina dorsale” etc.

Scandalo Amazon: la risposta dell’azienda

Subito dopo l’uscita dell’articolo del NYT il CEO Jeff Bezos ha inviato una lettera ai suoi dipendenti precisando che lui stesso non avrebbe mai lavorato in un posto simile a quello descritto dal giornalista invitando tutti a segnalare episodi di quel genere. Tutto smentito quindi? Di certo il ricambio continuo ai vertici lascia l’ombra del sospetto: la stessa Amazon conferma che solamente il 15% dei dipendenti lavora nell’azienda da più di cinque anni.

Lavoro nell’IT: le migliori aziende

Bezos precisa di aver ricevuto email di solidarietà da aziende competitor. Eppure, guardando agli altri colossi IT, la politica aziendale sembra essere diversa: Google e Facebook mettono a disposizione la mensa gratis oltre a bonus e congedi e altri benefit. I dipendenti di Amazon intervistati invece raccontano di dover sostenere da soli le spese delle trasferte e di avere strumenti di lavoro ridotti all’essenziale. Non stupisce quindi che non figuri mai nella top ten delle <a href