“È difficile non arrabbiarsi con chi ti ha promesso infallibilmente di fare una cosa entro una certa scadenza, e poi non riesce a rispettare la puntualità. Cerca di non imporre troppe scadenze”, affermava Giulio Mazzarino. Fissare una data di scadenza può rivelarsi particolarmente utile perché permette di organizzare al meglio i vari impegni e pagamenti.  Non sempre però, alle prese con le varie faccende quotidiane, si riesce ad adempiere ai propri doveri. Anzi, capita spesso di dimenticare di svolgere qualche compito.

Un comportamento che in alcuni casi può portare a dover fare i conti con conseguenze indesiderate, soprattutto quando si tratti di rapporti con la burocrazia. Proprio in tale ambito è bene sapere cosa potrebbe accadere nel caso in cui non si paghi la prima rata della rottamazione entro i termini prestabiliti. Ecco come funziona.

Rottamazione quater, qual è l’ambito di applicazione della definizione agevolata

Grazie alla legge di Bilancio 2023 il governo ha dato il via alla nuova pace fiscale. In particolare possono beneficiare delle Rottamazione quater i soggetti alle prese con i debiti affidati all’Agente di riscossione a partire dal 1° gennaio 2000 fino al 30 giugno 2022. Entrando nei dettagli, come si legge sulle FAQ pubblicate dall’Agenzia delle Entrate:

“Chi aderisce dovrà pagare unicamente le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le eventuali procedure esecutive e per i diritti di notifica. Non saranno invece da corrispondere le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio. Per quanto riguarda i debiti contenuti nei carichi relativi alle sanzioni per violazioni del Codice della strada, nonché alle altre sanzioni amministrative (diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali), l’accesso alla misura agevolativa prevede, invece, che non siano da corrispondere unicamente le somme dovute a titolo di interessi compresi quelli di cui all’art. 27, sesto comma, della Legge n. 689/1981 (cosiddette “maggiorazioni”), quelli di mora di cui all’art. 30, comma 1, del DPR n. 602/1973 e di rateizzazione, nonché le somme dovute a titolo di aggio”.

Scadenza prima rata rottamazione: cosa succede se non la paghi

I soggetti interessati a beneficiare della Definizione Agevolata hanno dovuto presentare apposita richiesta di adesione entro lo scorso 30 giugno 2023.

Hanno tempo fino a fine settembre le persone con residenza o sede legale in uno dei Comuni colpiti dagli alluvioni di maggio, ovvero in Emilia-Romagna, Marche e Toscana.

Il pagamento può essere effettuato in un’unica soluzione entro prossimo 31 ottobre 2023. In alternativa, può essere rateizzato in massimo 18 rate da spalmare in cinque anni. Soffermandosi su quest’ultima opzione il pagamento delle prime due rate devono aver luogo il 31 ottobre e il 30 novembre 2023. Le restanti rate, da suddividere nei seguenti quattro anni, dovranno essere saldate il 28 febbraio, la prima. E le successive il 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ogni anno a partire dal 2024. A tal proposito giunge il quesito di un nostro lettore che ci chiede:

“Buongiorno, lo scorso 15 giugno ho presentato richiesta di adesione alla rottamazione Quater e il prossimo 31 ottobre dovrei saldare la prima rata. Viste le tante spese ho però paura di non avere i soldi necessari e per questo motivo vorrei sapere cosa potrebbe succedere in caso di mancato pagamento. Grazie in anticipo”.

Ebbene, sempre come si evince dalle FAQ dell’Agenzia delle Entrate, in caso di mancato pagamento, o ritardo superiore a cinque giorni, la Rottamazione quater risulta inefficace e i versamenti già effettuati vengono considerati a titolo di acconto.  L’agente di riscossione proseguirà quindi con l’attività di recupero della quota del debito residuo che non potrà essere rateizzata.