Pagare le tasse è un dovere morale per tutti i cittadini italiani. Inoltre pagare le tasse fa sì che il contribuente medio eviti sanzioni, multe e cartelle esattoriali che sono gli effetti che il mancato pagamento delle tasse produce nei confronti dei contribuenti. E se interessi e sanzioni sono una cosa da evitare per non aumentare l’importo da pagare da parte dei contribuenti, con le cartelle esattoriali va anche peggio. Sono cose che espongono a dei disagi ben maggiori perché le conseguenze, a continuare nell’evadere una volta arrivati alla cartella esattoriale, sono davvero drastiche.

Nel 2023 però il Governo ha deciso di intervenire con una profonda sanatoria delle cartelle esattoriali. E quindi dando una mano ai contribuenti indebitati con il fisco. È evidente che si parla di cartelle e debiti pregressi, e non di recente maturazione. Infatti la sanatoria riguarda le cartelle esattoriali e non i debiti con il fisco. Dopo gli ultimi aggiornamenti, ecco che si apre una concreta possibilità di poter far pace con il fisco in maniera davvero profonda per tutti i contribuenti a prescindere dalla natura dei debiti.

“Buonasera, mi chiamo Walter e sono un lavoratore precario che da sempre ha avuto difficoltà economiche non indifferenti a tal punto da aver maturato una seria condizione debitoria nei confronti di diversi enti pubblici sia statali che locali. In altri termini ho debiti davvero a destra e a manca come si suol dire. Debiti con la Regione per il bollo auto, debiti col Comune per l’IMU e per le tasse sull’immondizia. E ho debiti con lo Stato relativi a imposte sui redditi e imposte di registro. Inoltre ho diverse multe per infrazioni del Codice della Strada. Mi dite quali vie e strade devo usare per chiudere per sempre questi miei debiti?”

La tregua fiscale del Governo, la guida alla sanatoria delle cartelle esattoriali

La sanatoria delle cartelle esattoriali introdotta dal Governo Meloni è senza dubbio una misura che permette di poter guardare con ottimismo al futuro per i contribuenti che hanno maturato debiti fiscali nei confronti di enti pubblici.

Anche perché non c’è solo un provvedimento, nel senso che non c’è solo un condono o una sanatoria per determinati debiti. Si parte con una rottamazione delle cartelle che abbraccia tutti i debiti divenuti ruolo tra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. E poi con lo stralcio di alcune cartelle e con la cancellazione delle altre. Un contribuente come il nostro lettore, che ha debiti di varia natura e con vari enti pubblici sia statali che locali, sfruttando tutto ciò che la misura offe, può davvero dare un colpo di spugna a tutta la situazione a debito. Anche sfruttando alcune soluzioni riguardanti procedimenti quali fermo amministrativo dell’auto o pignoramento presso terzi.

Cosa succede ai debiti con lo Stato

Per le cartelle esattoriali del contribuente che fanno riferimento a Irpef, contributi previdenziali e così via dicendo, due interventi del Governo possono tornare utili. Il primo è la cancellazione automatica delle cartelle. Il provvedimento riguarda i debiti passati all’affidamento al concessionario alla riscossione entro il 2015. Parliamo di cartelle già di Equitalia quindi, dal momento che solo nel 2017 le operazioni di riscossione forzosa sono diventate di competenza di Agenzia delle Entrate Riscossione. Tutte le cartelle esattoriali di debiti relativi ad Agenzie Fiscali, Amministrazioni Pubbliche Statali o casse di Previdenza Pubblica, se inferiori a 1.000 euro diventano cancellate d’ufficio. Controllando l’estratto di ruolo sul sito di Agenzia delle Entrate Riscossione il contribuente potrà verificare davvero se alcune delle cartelle a suo carico sono sparite. Per quanto concerne le altre cartelle, cioè più alte di importo o più recenti, cioè fino al 30 giugno 2022, c’è la rottamazione.

Rottamazione delle cartelle esattoriali

La rottamazione riguarda tutte le cartelle relative a debiti sia verso lo Stato che verso gli enti locali. Infatti tutte le cartelle affidate al concessionario alla riscossione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022, possono essere rottamate. Il contribuente deve presentare domanda di adesione alla definizione agevolata dei debiti entro il 30 aprile prossimo. Una volta ottenuto l’ok dall’ADER, tutte le cartelle possono essere pagate dopo essere state scontate di sanzioni e interessi per ritardata iscrizione a ruolo. Il contribuente deve scegliere nella domanda, di pagare in unica soluzione o in 18 rate massimo. Le rate devono essere approvate dall’ADER in base all’ammontare del debito. Il pagamento in unica soluzione deve essere fatto entro il 31 luglio del 2023.

Se invece l’opzione scelta e approvata è a rate, la prima rata scade il 31 luglio, la seconda il 30 novembre e le altre ogni tre mesi per gli anni successivi. Le prime due rate devono coprire complessivamente il 20% del debito totale e scontato. Le altre invece tutte di uguale importo, per il restante 80%. Le scadenze sono fisse, e dopo le prime due rate del 2023, si passa a 4 rate annuali di pari importo e in scadenza il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio ed il 30 novembre. Le rate sono al lordo degli interessi del 2%. Inoltre viene garantito il periodo di salvaguardia di 5 giorni dopo ogni scadenza per i pagamenti tardivi.

Lo stralcio delle cartelle

Per le cartelle esattoriali che invece fanno riferimento a debiti con gli enti locali, e cioè con Comuni, Regioni e con qualsiasi altro ente differente dalle Agenzie fiscali, dalle Amministrazioni Statali o dalle casse di Previdenza Pubbliche, la cancellazione automatica di sanzioni e interessi è garantita dallo stralcio. Misura che riguarda le cartelle affidate al concessionario alla riscossione entro il 2015 se di importo inferiore a 1.000 euro. Ma solo se l’ente interessato, con delibera di Giunta comunale, ha scelto di concedere questa possibilità ai cittadini.

Infatti entro oggi 31 gennaio questi enti avrebbero dovuto certificare l’adesione o meno allo stralcio. Che rende il debito dei contribuenti meno oneroso, ma che non lo cancella del tutto come invece succede alle cartelle di pari importo rispetto a queste, e sempre se affidate all’Agente della Riscossione entro il 2015, ma di enti statali e non locali.