In questo periodo di manovre, nuove misure, sanatorie, stralci vari, una figura mitologica inizia a popolare le fantasie dei cittadini italiani.

No, non si tratta di una nuova star ad alta gradazione erotica, anche se i sogni e le immagini che alimenta sono di sicuro piacere.

La rottamazione debiti 2023, pagabile in unica soluzione o anche a rate, ha dato i natali – visto anche il periodo prefestivo – al futuro, più amato, personaggio degno di una saga fantasy: “Lo Sfascia-Cartelle”. C’è solo da decidere se assegnargli le fattezze della Giorgia nazionale o del Salvini di turno.

Questa quarta edizione della sanatoria cartelle di pagamento adesso stabilisce anche un numero massimo di rate ammesse e riguarda i carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Si concretizza nella possibilità, per chi aderisce, di pagare solo la somma “capitale” (quindi, l’imposta o tassa omessa), con azzeramento di sanzione e interessi.

Non sarà automatica, ma per godere di questo sconto bisognerà presentare domanda all’Agenzia Entrate Riscossione (o altro ente di riscossione competente). La richiesta andrà fatta entro il 30 aprile 2023. Solo allora lo sfasciacartelle potrà entrare in azione.

Rottamazione debiti 2023, le scadenze da segnare

Nella domanda di accesso alla rottamazione debiti 2023 il richiedente dovrà anche indicare si intenderà pagare in unica soluzione o a rate. L’unica soluzione prevede come scadenza il 31 luglio 2023.

Chi, invece, sceglie di pagare a rate dovrà indicare anche il numero di rate (massimo 18), le cui scadenza saranno:

  • 31 luglio 2023
  • 30 novembre 2023
  • 28 febbraio 2024
  • 31 maggio 2024
  • 31 luglio 2024
  • 30 novembre 2024
  • e così via ogni anno.

Sono dovuti, a decorrere dal 1° agosto 2023, gli interessi al tasso del 2%. Il piano di rateizzo, dunque, dovrà chiudersi entro il 2027. Per chi sceglierà 18 rate, l’ultima sarà quella del 30 novembre 2027.

Il fisco perdona il lieve ritardo

Si tenga presente che se non si paga entro le citate scadenze, il legislatore ammette il salvataggio della rottamazione quater con 5 giorni di ritardo.

Si tratta di 5 giorni di tolleranza, previsti dall’art 3 comma 14-bis, del decreto-legge n. 119 del 2018. In sostanza, non si decadrà dal beneficio della definizione agevolata se NON si paga entro la scadenza ma purché si paghi entro i 5 giorni successivi.

Nel caso, invece, di mancato ovvero insufficiente o tardivo versamento, superiore a 5 giorni, dell’unica rata, ovvero di una di quelle in cui è stato dilazionato il pagamento delle somme, la rottamazione debiti 2023 non produrrà effetti e riprenderanno a decorrere i termini di prescrizione e decadenza per il recupero dei carichi oggetto della rottamazione. I versamenti effettuati saranno, comunque, considerati a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto. Dunque, poi l’ente di riscossione perseguirà la sua attività di recupero.

Regola precisa vuole anche che le prime due rate della rottamazione debiti 2023, quindi quelle in scadenza il 31 luglio 2023 e 30 novembre 2023 dovranno essere ciascuna il 10% del totale.

Si tenga presente che le scadenze indicate in questa sede sono quelle previste nel testo della Manovra di bilancio 2023 come scritta adesso. La finanziaria ora è sotto l’esame di Camera e Senato per la definitiva approvazione. Dunque, ci potrebbero essere in seguito eventuali aggiornamenti in considerazione di qualche modifica apportata dal Parlamento. Nel frattempo, come buon auspicio, si potrebbe intonare tutti insieme la famosa canzoncina “Ca-cartel ca-cartel sfasciacartel…”.