Le domande di definizione agevolata delle cartelle esattoriali sono scadute. La rottamazione quater introdotta dal Governo meloni con la sua prima legge di Stabilità e con il classico collegato Fiscale, ha terminato la sua prima fase. Sembra che le domande siano state tantissime, e questo dimostra sia il successo della misura, che il gran numero di contribuenti alle prese con debiti e cartelle. La prima fase della rottamazione era quella delle domande. La scadenza inizialmente fissata al 30 aprile 2023 è slittata al 30 giugno dello stesso anno.

Ciò che non è cambiato, o che è cambiato poco, sono i termini delle scadenze delle rate. E questo rischia di diventare un grande problema. Come dimostrano numerosi nostri lettori che ci segnalano di essere quasi “pentiti” di aver presentato domanda. E qualcuno va anche oltre, come una nostra lettrice che preannuncia già di aver di fatto cambiato idea.

“Buonasera, sono Piera e sono una contribuente che ha deciso di aderire alla rottamazione delle cartelle. Ho presentato domanda il 20 aprile scorso, e i miei debiti rottamati superano gli 11.000 euro. Mi sembrava una soluzione valida, perché grazie alla rottamazione il mio debito originario di 15.000 euro circa è sceso di molto. Ma da quanto apprendo, le risposte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione tarderanno ad arrivare. Anche se mi suggeriscono che difficilmente la mia istanza verrà rigettata, ho dei dubbi riguardo alla possibilità che riesca a pagare il 20% di questi 11.000 euro entro novembre. Io oltre 2.200 euro da versare subito non li ho. Credo che finirà con il non pagare perdendo la rottamazione e tornando a essere una grande debitrice.”

Breve cronistoria della rottamazione quater del 2023

La rottamazione delle cartelle per mesi è stato l’argomento principale per milioni di famiglie. La possibilità di godere di una specie di sanatoria delle cartelle, con possibilità di pagare a rate tutti i debiti e, oltretutto, scontanti di sanzioni e interessi per ritardata iscrizione a ruolo, è stata senza dubbio una valida spinta alle adesioni.

Molti però non hanno fatto i conti con le scadenze. Soprattutto delle rate da versare nel 2023 e, a maggior ragione, dopo lo slittamento delle scadenze per la presentazione delle istanze. Come già detto, la scadenza originale della rottamazione era prevista per il 30 aprile 2023. Poi lo Stato ha deciso di prorogare la possibilità di presentare domanda ai contribuenti interessati, fino al 30 giugno.

Oltre alla scadenza delle domande, è cambiata la data entro cui l’Agenzia delle Entrate dovrebbe rispondere che è passata al 30 settembre. Significa che accettazione dell’istanza, sua reiezione e cartelle ammesse o escluse dalla sanatoria, verranno comunicate al contribuente solo a fine settembre. Ma è cambiata anche la rateizzazione, ma solo per quanto concerne la prima rata. Infatti ai contribuenti verrà imposto l’obbligo di pagare la prima rata entro il 31 ottobre e la seconda entro il 30 novembre. Per il resto tutto identico, con le rate che scadranno ogni fine febbraio, maggio, luglio e novembre degli anni a venire fino al 2027.

Rottamazione cartelle, perché molti alla fine sceglieranno la decadenza

Massimo 18 rate, questo ciò che ammetteva di richiedere la domanda di definizione agevolata delle cartelle esattoriali. Le prime due rate, quelle del 2023, a copertura del 20% del debito complessivo da versare al netto della rottamazione (quindi al netto di sconti su interessi, aggi e sanzioni). Due rate pari al 10% del debito complessivo, cadauna. Le altre 16 rate invece tutte pari al 5% di questo ammontare. E se sulle altre 16 rate che scadranno il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre del 2024, 2025, 2026 e 2027 nessuno muove accuse, sotto i riflettori finiscono le prime due rate.

Per debiti rilevanti, pagare le prime due rate entro il 31 ottobre ed entro il 30 novembre, anche se con tolleranza di 5 giorni per ogni rata (anche per le successive), diventa un problema.

Come ci dimostra la nostra lettrice. Perché di fatto significa dover pagare il 20% dei debiti praticamente quasi fossero soluzione unica. Da questo è facile ipotizzare che a fronte di una vasta adesione, oltre alla nostra lettrice saranno tanti i contribuenti che finiranno con il non pagare niente perdendo il diritto a rateizzo e sconti. Perché la normativa della rottamazione parla chiaro e basta non pagare una sola delle 18 rate, entro la scadenza ed entro i 5 giorni successivi di tolleranza, per finire nei meandri della decadenza immediata dal beneficio. Ecco perché sulla rottamazione cartelle, molti alla fine sceglieranno la decadenza.