La nuova rottamazione delle cartelle riguarderà anche i tributi locali quali IMU, TASI, multe stradali, ecc, affidati per il recupero all’Ex Equitalia. Dunque parliamo di entrate che hanno un impatto importante nel bilancio dei Comuni. Per i carichi ammessi alla nuova sanatoria, i Comuni dovranno mettere in conto un’importante perdita ossia un buco in bilancio non di poco conto. A ciò si aggiunge che la decisione di inserire nella rottamazione delle cartelle anche i tributi locali è stata presa dal Governo senza subordinarla al placet delle amministrazioni comunali che di fatto subiranno le conseguenze della decisione.

Proprio per questo motivo il presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni italiani, ANCI, Antonio Decaro, ha manifestato il massimo disappunto rispetto alla nuova pace fiscale.

La nuova rottamazione delle cartelle

Con la nuova rottamazione delle cartelle che troverà posto nel prossimo decreto fiscale o più tardi nella Legge di bilancio che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2022, i contribuenti avranno la possibilità di chiudere i propri debiti con il Fisco o con altre amministrazioni risparmiando parecchio.

Infatti, aderendo alla nuova sanatoria, il contribuente sarà tenuto a pagare:

  • le somme somme affidate per il recupero all’agente della riscossione a titolo di capitale e interesse per ritardata iscrizione a ruolo;
  • l’aggio della riscossione (calcolato sul capitale e sugli interessi da ritardata iscrizione a ruolo);
  • le spese di rimborso per le procedure esecutive (vedi ad esempio eventuale pignoramento);
  • le spese di notifica della cartella di pagamento;
  • gli interessi di dilazione in caso di richiesta di rateazione delle somme dovute in seguito alla sanatoria.

Non saranno invece dovute: le sanzioni collegate alla maggiore imposta evasa; gli interessi di mora; le somme aggiuntive ai crediti previdenziali (art.27, D.Lgs. 46/99).

Saranno oggetto di sanatoria non solo i debiti con il Fisco ma anche ad esempio il bollo auto, i tributi locali riguardanti l’IMU, la vecchia TASI, la TARI (o TARSU), la TOSAP; la tassa di occupazione di suolo pubblico, ecc.

Sempre se il Comune si è affidato all’Agenzia delle entrate-riscossione (Ex Equitalia) per il recupero del credito vantato. Potranno essere oggetto di pace fiscale anche i debiti rispetto ai quali c’è un contenzioso in corso.

La protesta dei Comuni

Proprio su tale ultimo passaggio, l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani, ANCI, ha manifestato il massimo disappunto rispetto alla nuova pace fiscale.

Infatti, come riportato sulla rivista Italia Oggi nei giorni scorsi, il presidente dell’Anci Antonio Decaro ha dichiarato che: “E’ una rottamazione con i soldi dei comuni”. “Si tratta di risorse nostre, per lo più multe, ma anche tassa rifiuti, Imu, addizionali, canoni concessori, imposte su pubblicità e affissioni, tutti assolutamente riscuotibili con i tempi della riscossione locale”.

Ciò che non va giù ai Comuni è il fatto che i Governo decida su risorse rispetto alle quali hanno la piena autonomia, poco importa se per il loro recupero si siano affidati all’Ex Equitalia, ora Agenzia delle entrate-riscossione.

Tuttavia, un segnale distensivo arriva dal MEF, per il tramite del sottosegretario Sanda Savino la quale ha dichiarato che: “Il nostro obiettivo è quello di ridurre il contenzioso e di alleggerire la posizione dei contribuenti che sono oggettivamente in difficoltà. Peraltro con situazioni che, in molti casi, sono state aggravate a causa della pandemia e del caro bollette. Eviteremo che questo si traduca in tagli ai servizi che gli enti locali erogano ai cittadini”.

Dunque, la perdita di entrate subita dai Comuni potrebbe essere compensata con specifici contributi in loro favore.