Multe cancellate per le aziende che collaborano nei controlli fiscali. Come canta Lorenzo Baglioni: “E qualche volta si crea qualcosa di bellissimo, anche dalla spazzatura e dagli scarti, perché l’insieme è maggiore della somma delle parti. Insieme siamo più forti di Hulk, più veloci di Flash, più magici di un bibbidi bobbidi bu, più belli di Belle”.

Fare le cose assieme è meglio che da soli. L’unione, d’altronde, fa la forza e aiuta a superare anche gli ostacoli più ardui.

Lo sa bene il governo che al fine di contrastare l’evasione vuole incentivare una maggior collaborazione tra aziende e Fisco. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Rischio fiscale, cancellate le multe per le aziende che collaborano nei controlli

A partire dal 2024, grazie al concordato preventivo biennale, i titolari di partita Iva potranno concordare con il Fisco le tasse da versare per due anni. Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, inoltre, il governo intende favorire la collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate e le aziende. Permettendo a quest’ultime di evitare le multe. In pratica, si intende espandere la cosiddetta “cooperative compliance”. Ovvero un meccanismo che consente di cancellare, o quantomeno ridurre, le sanzioni nel caso in cui un’azienda decida di aderirvi e presenti un proprio sistema di rilevazione e controllo del rischio fiscale.

Il sistema dell’adempimento collaborativo è già attivo nel nostro Paese. Al momento, però, possono aderivi solamente le aziende con un volume di affari o ricavi pari almeno ad un miliardo di euro. L’intenzione dell’esecutivo sarebbe di abbassare tale soglia, che potrebbe pertanto essere pari a 750 milioni di euro dal 2024. A partire dal 2026, invece, la soglia potrebbe essere portata a quota 500 milioni di euro, per poi arrivare a quota 100 milioni di euro dal 2028. In questo modo un maggior numero di aziende potrà aderire a tale sistema, a patto di dotarsi di un “sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale”.

Dovrà quindi essere redatto un documento che dimostri che l’impresa sia a conoscenza dei settori nei quali rischia di infrangere le norme fiscali.

Ad avere il compito di certificare tale sistema sono dei “professionisti indipendenti“, quali avvocati, commercialisti o esperti contabili. L’Agenzia delle Entrate provvederà a fornire apposite linee guida su come dovrà funzionare il sistema di rilevazione all’interno dell’azienda. Si resta quindi in attesa di ulteriori novità su tale sistema e soprattutto di capire se effettivamente verrà esteso a un maggior numero di imprese.

Regime di adempimento collaborativo o di “Cooperative compliance”: cos’è

Attraverso l’adempimento collaborativo si desidera instaurare un rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente, volto ad aumentare il livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti. In particolare, come spiegato sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

“Tale previsione offre l’opportunità di gestire le situazioni di incertezza attraverso un confronto preventivo su elementi di fatto che può ricomprendere anche l’anticipazione del controllo e si presta, pertanto, a prevenire e a risolvere anticipatamente le potenziali controversie fiscali. L’articolo 6 del D. Lgs 128/2015 prevede diversi effetti di natura premiale per le imprese che intendono aderire al regime quali:

  • Procedura abbreviata di interpello preventivo nell’ambito della quale l’Agenzia delle entrate si impegna a rispondere ai quesiti delle imprese entro quarantacinque giorni decorrenti dal ricevimento dell’istanza o della eventuale documentazione integrativa richiesta. 
  • Applicazione di sanzioni ridotte alla metà, e comunque in misura non superiore al minimo edittale, con sospensione della riscossione fino alla definitività dell’accertamento, per i rischi comunicati in modo tempestivo ed esauriente, laddove l’Agenzia delle entrate non condivida la posizione dell’impresa.
  • Esonero dal presentare garanzie per i rimborsi delle imposte dirette ed indirette per tutto il periodo di permanenza nel regime”.