In merito alla questione del pagamento stipendi, dal mese scorso è entrato in vigore il divieto di retribuzione in contanti. Il pagamento degli stipendi deve avvenire necessariamente per bonifico o assegno o altro metodo tracciabile. Ma ci sono alcune esenzioni. La novità non riguarda ad esempio col e badanti quindi il lavoro domestico può ancora essere retribuito in contanti. Ma non solo.

Rimborso vitto e alloggio in contanti: si applica il divieto?

Sul punto è intervenuto l’Ispettorato del Lavoro con nota numero 6201/2018 a chiarire che gli anticipi di cassa, ovvero le spese di vitto e alloggio, non essendo considerati come retribuzione ma come rimborsi per il lavoratore in trasferta, sono ancora effettuabili in contanti e non devono sottostare all’obbligo di pagamento in contanti.

Più in generale quindi l’interpretazione prevede che lo stipendio sia pagato con bonifico o carta di credito o anche assegno consegnato direttamente al dipendente o, se impossibilitato, a suo delegato e che quindi sia in ogni caso tracciabile.

Ultima doverosa precisazione dell’INL in merito alla possibilità di pagare i rimborsi spese vitto e alloggio in contanti chiarisce che la regola va in ogni caso letta in parallelo con il più generale divieto di pagamenti in contanti per somme pari o superiori a tre mila euro. In altre parole ok i rimborsi spese sono esenti dall’obbligo di tracciabilità ma solo se sono al di sotto di questa soglia.

Per altri dubbi sui rimborsi vitto e alloggio o, più in generale, sul pagamento stipendi, non esitate a contattare la redazione all’indirizzo [email protected].