“Hollywood è piena di gente che gira film d’avventura e non si è mai spostata dallo stesso luogo, gira film religiosi e non va in chiesa o in sinagoga da anni… film d’amore e non si è mai innamorata, mai“, affermava Richard Brooks. L’incoerenza, in effetti, sembra essere per molti il pane quotidiano. Ovvero persone che predicano bene e razzolano male, ergendosi al ruolo di maestri pur non avendo alcuna conoscenza in materia.

Un modus vivendi che spesso può portare a dover fare i conti con conseguenze inaspettate e indesiderati.

Questo avviene in particolar modo quando si ha a che fare con la burocrazia. In tal caso, infatti, non è possibile agire di testa propria. Bensì è necessario rispettare le regole e pagare quanto dovuto. Lo sanno bene tutti coloro alle prese con la dichiarazione dei redditi, che non devono sottovalutare tali elementi di incoerenza. Ecco di quali si tratta.

Rimborsi da Modello 730/2023: definiti gli elementi di incoerenza da non sottovalutare

Con apposito provvedimento datato 9 giugno 2023 l’Agenzia delle entrate ha individuato gli elementi di incoerenza in presenza dei quali possono scattare i controlli preventivi sul 730 precompilato o ordinario. Entrando nei dettagli, sono considerati elementi di incoerenza del modello 730/2023 con esito a rimborso, gli scostamenti per importi significativi dei dati risultanti nei modelli di versamento, nelle certificazioni uniche e nelle dichiarazioni dell’anno precedente. Tale discorso risulta valido anche per situazioni di rischio individuate in base alle irregolarità verificatesi negli anni passati e altri elementi di rilevante incoerenza rispetto ai dati inviati da enti esterni o a quelli esposti nelle certificazioni uniche.

Dichiarazione dei redditi: quando scattano i controlli preventivi

Tali controlli comportano uno slittamento dei rimborsi. In particolare, come riportato anche da Fisco Oggi, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate, si fa riferimento all’articolo 5, comma 3-bis, del Dlgs 175 del 2014 secondo cui:

“nel caso di presentazione della dichiarazione direttamente ovvero tramite il sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale, con modifiche rispetto alla dichiarazione precompilata che incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta e che presentano elementi di incoerenza rispetto ai criteri pubblicati con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate ovvero determinano un rimborso di importo superiore a 4.000 euro, l’Agenzia delle entrate può effettuare controlli preventivi, in via automatizzata o mediante verifica della documentazione giustificativa, entro quattro mesi dal termine previsto per la trasmissione della dichiarazione, ovvero dalla data della trasmissione, se questa è successiva a detto termine…”. Inoltre, i controlli preventivi possono riguardare anche le dichiarazioni presentate ai Caf o ai professionisti abilitati”.

Dichiarazione a credito o debito: cosa succede

Nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate avvii dei controlli preventivi, provvede a informare il contribuente attraverso un avviso nell’area autenticata.

E con un’e-mail all’indirizzo indicato in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi. Una volta dato il via ai controlli, l’istituto non rende disponibile il risultato contabile per effettuare il conguaglio sulla retribuzione. Tale situazione, d’altronde, impatta anche sulle modalità di esecuzione dei rimborsi che non sono erogati in busta paga. Seguono bensì le stesse modalità previste per i contribuenti senza sostituto d’imposta. Ovvero, se dalla dichiarazione emerge un debito, il contribuente effettua il pagamento tramite modello F24. Se emerge un credito, invece, il rimborso è eseguito dalla stessa Agenzia delle entrate.