Sulla riforma pensioni dal 2022 del Governo Draghi, per uno scalino che salta un altro è proprio intoccabile. Perché rispetto al testo della manovra che è uscito dal Consiglio dei Ministri, presieduto dall’ex presidente della BCE, ci saranno dei correttivi rilevanti. Proprio per le pensioni a partire dal prossimo anno.

Nel dettaglio, per uno scalino che salta un altro è proprio e davvero intoccabile. Perché la riforma pensioni dal 2022 del Governo Draghi è sostanzialmente basata sul superamento di Quota 100. Una transizione che a regime, purtroppo per i lavoratori, potrebbe e dovrebbe portare al ripristino dello scalone della riforma Fornero.

Così come è riportato in questo articolo.

Riforma pensioni dal 2022 del Governo Draghi, per uno scalino che salta un altro è proprio e davvero intoccabile

Nel dettaglio, per la riforma pensioni dal 2022 del Governo Draghi il gradino che è intoccabile è quello di Quota 102. Con il pensionamento anticipato con il sistema delle quote, a partire proprio dal prossimo anno, che sarà possibile ancora con 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

Ma con il requisito anagrafico che, rispetto alla Quota 100, salirà da 62 a 64 anni. Introducendo appunto uno scalino di 24 mesi. Sulla Quota 102 il Governo italiano non sembra essere intenzionato a fare sconti ai partiti che lo sostengono.

Lo scalino della riforma destinato a saltare è quello di Opzione Donna

Lo scalino della riforma pensioni dal 2022 del Governo Draghi che è destinato a saltare, invece, è quello di Opzione Donna. Niente quindi, con ogni probabilità, requisito anagrafico a 61 anni per le lavoratrici autonome. Ed a 60 anni per le lavoratrici dipendenti. Dovrebbe infatti restare tutto come nel 2021, rispettivamente, con il requisito anagrafico dei 59 anni e dei 58 anni.

Per uno scalino che salta e per un altro che è proprio intoccabile, inoltre, c’è una misura che è stata non solo confermata pure per il 2022. Ma è stata pure rafforzata. Sempre nell’ambito della riforma delle pensioni dal 2022 del Governo Draghi.

Si tratta, nello specifico, dell’Ape Sociale con l’ampliamento della lista dei lavori gravosi.