Senza dubbio l’argomento principale del momento è la riforma del Fisco. Approvata infatti la legge delega che impegna il Governo a riformare la tassazione in Italia. Far pagare meno tasse sembra essere l’orientamento del Governo. Ma sarà davvero così? Una domanda che molti si pongono oggi. Perché la riforma del Fisco che passa da una rivisitazione delle aliquote IRPEF, riguarda la maggioranza dei contribuenti italiani. E i dubbi iniziano a serpeggiare.

“Buonasera, mi chiamo Daniele e sono un contribuente interessato alla riforma del Fisco.

Ho in genere un reddito annuo che rientra nella forbice tra i 20.000 e i 25.000 euro. Molto dipende dal lavoro che svolgo durante l’anno. Secondo voi con il cambio di aliquote cosa andrei a risparmiare?”

La riforma del Fisco ed il vero guadagno che si avrebbe con le tre aliquota, ecco le cifre

Sicuramente il principale quesito sulla riforma del Fisco e in particolare sulla riforma IRPEF, è il seguente: “Quanto si risparmia di tasse?” Quesito diventato attualissimo dal momento che c’è questa legge delega che di fatto conferma la riunificazione dei primi due scaglioni IRPEF sotto una unica aliquota. Adesso c’è curiosità per capire quale sarà questa aliquota applicata. Unificare i primi due scaglioni a oggi può essere riassunto nel fatto che l’aliquota al 23% che oggi riguarda redditi fino a 15.000 euro, verrà estesa anche a redditi fino a 28.000 euro.

Parliamo di un progetto, perché legge delega significa impegno da fare assumere al Governo. Un impegno ad adottare i provvedimenti nel corso della legislatura, che sia già dal 2024 o in seguito nessuno può dirlo adesso. Nulla di irreversibile al momento. E nulla di certo come già detto. Se venisse estesa l’aliquota più bassa a chi ha reddito tra i 15.000 e i 28.000 euro, il risparmio in termini di IRPEF per questi contribuenti, arriverebbe a 20/25 euro al mese.

Le nuove aliquote IRPEF

Al momento le aliquote IRPEF sono 4 e riguardano 4 scaglioni. Si dovrebbe passare a 3 scaglioni. Questo ciò che è la previsione della legge delega del Governo Meloni, che ha da poco ottenuto l’ok da parte del Consiglio dei Ministri. Le nuove aliquote e i nuovi scaglioni potrebbero essere operativi già dal 2024, sempre che le procedure burocratiche e l’iter proseguano veloci. In pratica, se nuovi scaglioni IRPEF nasceranno, finiranno con il sortire il primo effetto nelle dichiarazioni dei redditi 2025, quelle che riguardano l’anno di imposta 2024.

Come si legge sui maggiori quotidiani italiani però, c’è un dubbio che serpeggia. Ed è quello delle detrazioni per lavoro dipendente. Infatti è vero che le aliquote IRPEF sono fondamentali perché determinano le tasse da pagare per i lavoratori. Ed è vero che portare al 23% l’aliquota di chi oggi ha redditi sopra i 15.000 euro e fino a 28.000, e che ricade in quella al 27%, è vantaggioso. Ma sono le detrazioni su cui occorre fare chiarezza, a diventare l’ago della bilancia per capire il reale vantaggio della riforma.

Le cifre di risparmio sull’IRPEF, ecco le ipotesi attuali

Diventerà più grande lo scaglione della prima aliquota al 23%, e significa che se qualcosa cambierà, lo farà per i redditi tra i 15.000 ed i 28.000. Già per chi ha stipendi nell’ordine dei 20.000 euro, come sottolinea il Corriere della Sera, arriverebbe a risparmiare 100 euro annui di IRPEF. E si arriverebbe a circa 260 euro di risparmio sull’imposta per redditi pari a 28.000 euro esatti. Ma l’IRPEF resterebbe a scaglioni progressivi. Infatti l’aliquota del secondo scaglione si calcola solo sulla parte di reddito che eccede la soglia limite del primo scaglione (solo sulla parte tra i 15.000 e i 28.000). E così la terza aliquota si applica sulla parte eccedente i 28.000 euro e fino a 55.000.

Significa che il cambio di aliquota porterà un risparmio anche per chi ha redditi superiori a 28.000 euro.

Calcoli che però vanno presi con tutti i benefici del dubbio. Sia perché parliamo ancora di una legge delega, suscettibile quindi di cambiamenti, correttivi e modifiche. E sia perché come detto, non è chiaro come verranno rimodulate le detrazioni sui redditi da lavoro in base a questo cambio di scaglioni.