Proposte, idee, progetti e così via dicendo per quanto riguarda la riforma delle pensioni sono largamente diffusi. Il sistema pensionistico italiano ancora oggi troppo legato alla Riforma Fornero infatti deve essere riformato. E questo ormai è un dato acclarato. Il problema è che le dotazioni a disposizione del governo sono davvero poche e la riforma fiscale o il sostegno alle famiglie vessate dall’inflazione, insieme ad altre priorità hanno fatto slittare la riforma delle pensioni a tempi migliori. Si dice che adesso l’obbiettivo è quello della legislatura, nel senso che se si riformerà il sistema se ne riparlerà nei prossimi anni.

Infatti le pensioni difficilmente verranno riformate già nel 2024. Eppure ci sono alcune misure di cui tanto si parla che prima o poi verranno varate. Ma come dicevamo però ci sono talmente tante proposte che spesso ai contribuenti finiscono con arrivare notizie che generano solo false aspettative.

Riforma delle pensioni con il contributivo per tutti, si può partire dai 60 anni di età?

Un nostro lettore infatti ci chiede della pensione contributiva per tutti, una ipotesi che tempo fa era diventata di quelle che potevano essere inserite nel sistema. Anzi, in passato sono state due le misure contributive per tutti che qualcuno diceva di voler inserire al tavolo della piattaforma di riforma del sistema.
“Salve a tutti mi chiamo Renato e volevo chiedervi una cosa. Tempo fa sentivo parlare della pensione anticipata contributiva per tutti e cioè di estensione della possibilità di andare in pensione a tutti quanti con questo sistema. Si parlava di una pensione anticipata diversi anni prima rispetto ai requisiti ordinari. Ciò che intendo e che vorrei comprendere è se ci sono occasioni di poter estendere opzione donna anche agli uomini o se c’è la possibilità di avere la pensione anticipata contributiva per tutti, anche per chi come me ha iniziato a lavorare prima del 1996.

Opzione donna per tutti, che fine ha fatto al proposta di anticipare la quiescenza a 60 anni?

Con pensione contributiva si intende una pensione calcolata con questo sistema entrato in vigore dal 1° gennaio 1996. A partire da quella data infatti il sistema è diventato contributivo e quindi per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1996 il sistema di calcolo delle pensioni è questo. Ma cambiano anche i requisiti previdenziali per chi rientra nel sistema contributivo. Per esempio c’è la pensione anticipata contributiva che solo per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 permette l’uscita a 64 anni. Bastano 20 anni di contributi ma la pensione deve arrivare a 2,8 volte l’assegno sociale. Il sistema consente anche di optare per il contributivo. Come per esempio le lavoratrici che possono accedere ad uno scivolo anticipato con il regime sperimentale contributivo donna. Si esce dal lavoro a 58, 59 o 60 anni, ma accettando il ricalcolo contributivo della prestazione, anche per chi alla luce dei 35 anni di contributi necessari, avrebbe diritto al calcolo misto.

Misure per i contributivi estese anche ai retributivi

Estendere opzione donna a tutti i lavoratori, era una vecchia idea poi tramontata e di cui non si parla più da tempo. In pratica, consentire il pensionamento a tutti a 60 anni con 35 anni di contributi, questo era il principio dell’estensione del regime sperimentale anche agli altri lavoratori e non solo alle lavoratrici. Ma sempre accettando il calcolo cella pensione con il sistema contributivo. Misura penalizzante e quindi flessibile al 100%, perché il lavoratore avrebbe dovuto barattare l’anticipo con una perdita sull’assegno pensionistico. Stesso discorso per l’altra ipotesi di riforma delle pensioni che puntava ad estendere a tutti una misura oggi appannaggio dei contributivi puri soltanto.

Pensione anticipata contributiva per tutti, anche per i misti

Parliamo della già citata pensione anticipata contributiva che oggi riguarda solo chi ha iniziato a lavorare a partire dal 1996 e non ha contributi a qualsiasi titolo versati prima.

L’idea era di estendere a tutti la possibilità di quiescenza a 64 anni di età con 20 anni di contributi, magari abbassando l’importo minimo della pensione da 2,8 volte l’assegno sociale ad 1,5 o 1.8 volte. E sempre accettando il ricalcolo contributivo della prestazione, perché l’estensione naturalmente riguarda soggetti che hanno diritto al calcolo misto.