Cambiano i criteri e l’iter per chiedere l’annullamento del matrimonio religioso. L’obiettivo è rendere il processo più breve in un’ottica di semplificazione.

Annullamento matrimonio: processo breve davanti al vescovo

La riforma ha stabilito che al vescovo diocesano competono le decisioni sulle cause di nullità del matrimonio se la domanda proviene da entrambi i coniugi o da uno con il consenso dell’altro e qualora ricorrano circostanze di fatti e persone (sostenute da documenti e testimonianze) che non necessitano di un’inchiesta più approfondita.

Tra le cause che danno diritto al processo breve per annullamento del matrimonio si segnalano la mancanza di fede, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire di procreare, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale, l’occultamento doloso e in malafede della sterilità o di una grave malattia contagiosa o della presenza di figli nati prima del matrimonio o ancora di denuncia che ha portato a detenzione, la violenza fisica e la mancanza di senno comprovata da certificato medico.

Spese di annullamento matrimonio

Ma quanto costa annullare il matrimonio religioso?  La Conferenza episcopale prevede di corrispondere all’avvocato 525 euro come contributo per le spese processuali per l’attore e 262, 50 per il convenuto e da 1575 a 2992 euro a seconda dei casi a titolo di onorario